04 Giugno 2025
Fonte: LaPresse
È l’inizio del 2017 e Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, sa di essere indagato per l’omicidio della giovane di Garlasco. In un’intercettazione ambientale, registrata pochi minuti dopo l’unico interrogatorio a cui è stato sottoposto, Sempio pronuncia una frase al padre che oggi assume un peso nuovo: "Mi hanno fatto domande che io ho capito perché me le facevano. Comunque secondo me erano abbastanza dalla parte mia. Vogliono chiudere alla svelta".
È solo grazie al recente riascolto delle intercettazioni che emergono nuove sfumature, elementi trascurati o deformati nella prima inchiesta.
Tra le registrazioni rivalutate, spicca l’ambientale numero 84. Subito dopo l’interrogatorio, Sempio parlava con il padre Giuseppe. Nei brogliacci dell’epoca la frase riportata era: "(incomprensibile)… a parte che mi han fatto alcune domande, che non pensavo che mi facevano, non gli ho dato una risposta perfetta". Tuttavia, dal nuovo ascolto emerge una versione ben diversa: "A parte che erano dalla nostra, perché mi han fatto alcune domande, che io ho capito perché me le facevano. Però non gli ho dato, diciamo, la risposta… perfetta".
Il padre chiede al figlio se i magistrati gli abbiano fatto domande sul Dna. Andrea risponde: "Una roba tecnica e poi non ne parliamo… (a bassa voce) però si vedeva che mi ha fatto domande che… inerenti a quello… sul… cioè comunque secondo me erano abbastanza…". Il resto non è stato trascritto.
Le frasi che emergono, più che difensive, sembrano suggerire un clima di favore da parte degli inquirenti. "Mia… allora mi ha chiesto cosa faceva a casa dei Poggi, io ho detto che giocavamo nelle due sale, giù e sopra… e lui continuava perché sia giù che su che giocavate cioè", afferma Sempio in un passaggio interrotto. Ma nel riascolto il discorso si chiude con: "Comunque secondo me erano abbastanza dalla mia".
E non è l’unica volta. Il giorno seguente, parlando con un amico, Sempio ribadisce: "Abbastanza dalla nostra parte, tra virgolette. Si vede che anche loro c’hanno voglia di finirla in fretta".
La procura di Pavia, oggi guidata dal procuratore Fabio Napoleone e dall’aggiunto Stefano Civardi, ha deciso di riaprire il fascicolo, correggere le imprecisioni delle trascrizioni originarie e rivedere i limiti dell’inchiesta precedente: nessuna perquisizione, nessuna comparazione del Dna, e solo 15 giorni di intercettazioni.
Il 21 febbraio 2017, in un’altra intercettazione, Giuseppe Sempio dice al figlio: "L’unica cosa che ha detto Lovati ha detto che gira voce da Tizzoni che è in fase d’archivio… però non sappiamo niente di preciso". Lovati è l’avvocato di Sempio, descritto da lui stesso come un "comunista disadattato". Tizzoni è il legale della famiglia Poggi.
Emergono anche dialoghi personali, riflessioni intime. Nei giorni dal 14 al 16 febbraio, Sempio ricorda Michele Bertani, l’amico suicida nel marzo 2016: "Quello che era il mio più grande amico per anni, che siamo cresciuti insieme, poi gli ultimi anni ci siamo un po’ persi, non ci siamo visti più, però dagli zero ai diciotto anni è stato il mio più grande amico, abbiamo fatte tutte le cazz.. insieme", e ancora: "Che cazz… ti impicchi a fare… porca tr… Di tutte le robe che potevi fare nella tua vita, proprio impiccarti? Vattene in comunità! Sarà brutto, ma dalla comunità ne esci".
Il nome di Bertani compare anche nell’inchiesta parallela sul Santuario delle Bozzole, teatro di sospetti inquietanti. Secondo il latitante Flavius Savu, condannato per estorsione e assistito dallo stesso Lovati, Bertani frequentava quel luogo. Il nipote di Savu, Cleo Koludra Stefanescu, detenuto per omicidio, ha consegnato un memoriale in cui riferisce quanto raccontatogli dallo zio: "Mio zio Savu un giorno mi disse che aveva conosciuto una ragazza di Garlasco di nome (omissis). Lei stessa gli aveva raccontato che c’era un grosso giro di pedofilia e una specie di prostituzione riguardo il Santuario delle Bozzole gestito da un custode che lavorava per (omissis)".
Nel memoriale si parla anche di rituali occulti: "Mio zio diceva che questo (omissis) faceva riti satanici per indurre i ragazzi a fare orge e cose molto brutte. Tante volte aveva paura che un giorno questi gli toglievano la vita".
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