29 Maggio 2025
La madonna della rosa in processione nell’ultima stazione nel quartiere di ghiaia prima di rientrare in basilica per la benedizione delle rose
"O tu che, nelle vicissitudini, più che di camminare per terra hai l'impressione di essere sballottato tra tempeste e uragani, se non vuoi finire travolto dall'infuriare dei flutti, non distogliere lo sguardo dal chiarore di questa stella! Se insorgono i venti delle tentazioni, se ti imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella invoca Maria. Se vieni travolto dalle onde della superbia, dell'ambizione, della mormorazione, dell'invidia e della gelosia: guarda la stella, invoca Maria. Se l'ir, l'avarizia, la concupiscenza scuotono la navicella della tua anima: guarda Maria. Se, turbato dalla gravità dei tuoi peccati, confuso per le brutture della tua coscienza, atterrito dal rigore del giudizio, stai per venire risucchiato dalla tristezza e dall'abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle difficoltà e nei momenti di incertezza: pensa a Maria, invoca Maria. Abbila sempre sulla bocca, abbila sempre nel cuore, e se vuoi ottenere l'aiuto della sua preghiera non tralasciare di imitarne gli esempi. Seguendo lei non andrai fuori strada, pregandola non dispererai, pensando a lei non sbaglierai. Se ella ti sostiene non cadrai, se ella ti protegge non avrai nulla da temere, se ella ti guida non ti affaticherai, se ti sarà favorevole giungerai alla meta e così potrai sperimentare tu stesso quanto giustamente sia stato detto: "E il nome della vergine era Maria"". (BERNARDO DI CHIARAVALLE, Sermone /1 super Missus, in Opera, vol. IV, in: Testi Mariani del Secondo Millennio, Città Nuova, Roma).
Così ha concluso la sua omelia sua eccellenza il vescovo della diocesi di Chiavari Mons. Giampio. Un’omelia in cui ci invita ad essere devoti alla vergine madre quando siamo in difficoltà e quando ci sentiamo tristi, giù di morale. Alla celebrazione era presente il parroco di San Siro Mons. Valerio Traverso e il parroco della Basilica Mons. Luca Sardella, che intervistato ai microfoni di Telepace invita i fedeli al 250 anniversario dell’incoronazione della madonna della rosa: ovvero la donazione delle corone della vergine e di Gesù bambino (che è tra le sue braccia), è avvenuta nel 1776 è che fu regalata dal capitolo dei canonici vaticani.
Lunedì alle 18.30 Mons. Federico Picchetto ha celebrato la messa degli infermi e nell’omelia parla di questa speciale tradizione: “Non siate infermi ma siate sempre in movimento come Maria che ascolta l’angelo e accetta di avere un figlio, che decide di sposare uno sconosciuto, che scappa in Egitto, che si preoccupa a lasciare un bambino da solo nel tempio e corre a cercarlo! Ma soprattutto davanti alla croce davanti alla morte del figlio, il dolore più grande per una madre, non si dispera troppo ed è la prima ad uscire (ardente di spirito santo) tra tutti i discepoli di Gesù ad annunciare la bella notizia: che Cristo ha donato la vita per noi ed è risorto!".
Il legame tra la Madonna della Rosa e il suo popolo è una lunga tradizione che va avanti dal lontano ritrovamento dell’anfora al profumo di rose nel 1672, ed è dunque una tradizione che va avanti da più di 350 anni!
Perché come canta l’inno alla madonna della rosa dei bambini che fin dalla culla viene insegnato a noi sanmargheritesi:
“Oh mamma Cara
non partire più
Se tu rimani
Resta Gesù”
Proprio come i discepoli di Emaus chiedono a Gesù di restare con lui perché la festa non finisca e il miracolo rimanga venga visto da tutti, anche la madonna è protettrice del suo popolo che la venera, la custodisce e la porta in processione ogni anno.
Di Matteo Palombo
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