16 Dicembre 2024
Jordan Jeffrey Baby, fonte: X @KennyDaSamurai
La Procura di Pavia ha riaperto il caso della morte di Jordan Jeffrey Tinti, noto come Jordan Jeffrey Baby, trapper di 27 anni, trovato morto nella sua cella del carcere di Pavia il 12 marzo scorso. L’artista si è suicidato impiccandosi alle inferriate della finestra della sua cella, ma nuove testimonianze e circostanze hanno spinto gli inquirenti a fare luce sulla vicenda, riaprendo l’indagine.
Jordan era stato incarcerato nell’agosto 2022 e condannato a quattro anni e mezzo di carcere a seguito di una rapina a Carnate, in Brianza, ai danni di un uomo nigeriano, cui sottrasse la bici e lo zaino con la complicità del trapper romano Giancarlo Fagà, noto come Traffik, che successivamente divenne anche suo compagno di cella. Entrambi furono condannati a 4 anni e mezzo per rapina con l’aggravante dell’odio razziale. Tinti stava cercando di affermarsi nella scena trap raggiungendo la notorietà per via de suoi guai con la legge.
La vicenda sembrava essere chiusa, ma nuova luce è stata fatta sulle circostanze che avrebbero portato Tinti al suicidio dopo che il gip del tribunale di Pavia, Luigi Riganti, ha riparto il caso ordinando l’imputazione coatta per un altro compagno di cella di Tinti, un uomo di cinquant’anni della provincia di Alessandria, accusato dell'episodio di violenza sessuale il 23 gennaio 2023 nel carcere di Pavia.
La richiesta di archiviazione della vicenda presentata dalla procura aveva incontrato l’opposizione dell’avvocato difensore del giovane, Federico Edoardo Pisani, che ha visto poi la sua istanza essere accolta nei giorni scorsi dal tribunale.
Secondo l’accusa il giovane trapper Tinti sarebbe stato vittima di abuso sessuale dal cinquantenne di Alessandria che era anche il suo compagno di cella. In base alle ricostruzioni l’uomo avrebbe somministrato a Tinti una dose eccessiva di quetiapina, una farmaco per il trattamento del disturbo bipolare, con l’obiettivo di inebetirlo. L’uomo avrebbe poi abusato di Tinti toccandolo con insistenza nelle parti intime. Tinti sarebbe poi rinvenuto urlando e cercando soccorso negli agenti di polizia penitenziaria presenti nella casa circondariale, una dinamica che sarebbe stata confermata da un terzo compagno di cella presente la notte dei fatti.
Il giorno successivo il trapper presenta querela. E adesso gli inquirenti approfondiranno la vicenda. Secondo il gip il racconto della vittima sarebbe confermato da alcuni testimoni, a partire dal terzo compagno di cella presente la notte dei presunti abusi. Il padre di Tinti ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo.
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