29 Novembre 2024
“Deus in Machina” è il nome del progetto che ha scatenato una tempesta di polemiche (e non solo tra i fedeli). In pratica, nel confessionale della Cappella di San Pietro a Lucerna, Svizzera, c’è un ologramma di Gesù che, grazie all’intelligenza artificiale, confessa i fedeli come se fosse il buon vecchio Salvatore, solo che con dietro il perdono c'é un algoritmo invece della divinità.
Ecco la chicca: non è davvero una confessione, ovviamente, ma i partecipanti possono sfogarsi e fare domande “spirituali”, con la sicurezza che l’AI risponderà con la saggezza dei Vangeli (almeno questo è quello che ci dicono). Una fedele, intervistata da Vice, ha spiegato di aver ricevuto “tanti consigli cristiani” dal suo colloquio con l’ologramma: “Mi sono sentita rassicurata”, ha aggiunto. Perché non c’è niente di più confortante che parlare con una macchina che ti racconta ciò che vuoi sentire, giusto?
La chiesa di Lucerna, dal canto suo, giustifica questa trovata tecnologica come un esperimento per spingere i fedeli a riflettere sui limiti dell’intelligenza artificiale, soprattutto quando si tratta di fede. Tradotto: è tutto un grande show per far discutere e riflettere sulla religione, come se il messaggio cristiano avesse bisogno di un aggiornamento software.
Marco Schmid, membro della chiesa e, evidentemente, esperto di vantaggi pratici, ha sottolineato con ironia che l’AI ha una qualità che Gesù non aveva: “È disponibile 24 ore al giorno”. Quindi, se avete un problema a mezzanotte, niente paura: l’ologramma è lì per darvi una risposta, probabilmente senza nemmeno chiedervi se avete pregato prima di mettervi in fila.
Certo, non tutti sono entusiasti dell’idea di avere una conversazione spirituale con un’entità digitale. Peter Kirchschläger, professore di etica, ha lanciato un campanello d’allarme: “Affidarsi all’AI per questioni spirituali è pericoloso. La cura pastorale è un compito che spetta agli esseri umani, non alle macchine”. Ma, ehi, chi ha bisogno di un pastore quando puoi avere un “Gesù” che non ti giudica e che non ti chiede nemmeno una donazione?
In ogni caso, “Deus in Machina” non è solo un’installazione. È un tentativo di spingere la fede oltre i confini tradizionali, forse anche troppo. E se un giorno, nel futuro, non avremo bisogno nemmeno di andare in chiesa per confessarci, ma basterà cliccare su “Prega con l'AI”? La risposta potrà essere solo una: “Amen” o, come in questo in questo caso, “download completato”.
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