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Emanuela Orlandi, enigma al Verano, la scritta accanto all'Angelo con la fascetta tra i capelli: "Zoff" e "15-1-91"

La scritta è stata individuata l’altro ieri nel riquadro vicino alla statua dell'Angelo del dolore, nell’area del Pincetto interna al Cimitero Monumentale romano. La tomba adiacente appare forzata e dalla lapide è stata rubata una foto

31 Luglio 2024

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A sinistra, Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. A destra la statua dell'Angelo del Dolore, dello scultore ottocentesco Giulio Monteverde, nella zona del Pincetto, nel cimitero Verano

È stata rinvenuta ieri martedì 30 luglio 2024, sulla stele di pietra che denomina il Riquadro 19 adiacente alla famosa statua ottocentesca dell’Angelo del dolore dello scultore ottocentesco Giulio Monteverde, un’enigmatica scritta che riporta una parola e tre numeri: "Zoff" sulla prima riga e "15-1-91" sulle due seguenti. Sul Riquadro 19, assegnato alle famiglie Donati e Pace e che si trova nella zona del Cimitero Monumentale capitolino denominata Pincetto, qualcuno ha vergato sul retro una consonante maiuscola: "R". Cosa significa tutto ciò? È un semplice scherzo o, considerati i fatti concreti e tangibili che ruotano attorno alla saga Orlandi, questo nuovo elemento va preso sul serio e approfondito? Già un paio di mesi fa, era comparsa un'ulteriore traccia legata alla vicenda Orlandi: tre oggetti, forse un codice, un barattolo di vernice verde, una chiave d'auto e una moneta da 500 lire, nascosti dietro la statua celebre, l'Angelo del dolore, con il volto incorniciato da una fascetta tra i capelli. Il collegamento con il caso di Emanuela Orlandi (giugno 1983), alla luce anche del furto della bara di Katty Skerl (la 17enne uccisa nel gennaio 1984) nello stesso cimitero, appariva evidente. Di fianco al corpo della 17enne strangolata nell’84 e rinvenuto in una vigna di Grottaferrata, oltre all’arma del delitto (un fil di ferro utilizzato per l’efferato omicidio), era stata rinvenuta proprio una moneta da 500 lire, forse scivolata alla vittima nel tentativo di liberarsi dal suo aggressore. Inoltre, la scritta rinvenuta ieri sulla stele, sebbene risalente ad almeno un anno fa e visibilmente scolorita dal tempo, è stata tracciata utilizzando proprio della vernice verde.

Speculazioni e richiami

Una docente universitaria, esperta di arte e simbologie funerarie e che sta studiando un corposo dossier sulle "incursioni" e i depistaggi avvenuti nel cimitero romano del Verano e legati al caso Orlandi, riporta che riferimento a "Zoff", noto portiere della Juventus e della Nazionale italiana, potrebbe alludere a un "custode", qualcuno che vigila su qualcosa, come una tomba che potrebbe essere stata violata e usata come nascondiglio segreto. È solo un'ipotesi, ma non da scartare a meno di avere certezza che al Pincetto si aggiri un semplice bontempone o un maniaco del protagonismo. Un'altra possibilità è che l'autore abbia voluto evocare la figura di un portiere, come Pietro Vanacore del caso di via Poma, indagato come possibile killer seriale nell’ambito di una pista investigativa collegata al Caso Orlandi. La data del 15 gennaio 1991, invece, non necessita di speculazioni: quel giorno fu approvato dal governo italiano il decreto-legge 8/1991, poi convertito, sulle nuove misure in materia di sequestri di persona a scopo di estorsione e per la protezione dei collaboratori di giustizia. Potrebbe sembrare una firma. Il "grafomane" del Verano, forse pentito per una partecipazione passata al sequestro Orlandi o agli altri casi connessi (come quelli di Mirella Gregori e Katty Skerl), sta forse segnalando la sua presenza? Vuole comunicare qualcosa? O tenta di redimersi fornendo indicazioni (criptate ma risolutive) agli inquirenti? L’ipotesi di un’azione premeditata appare plausibile. Questo collegamento tra il caso Orlandi e il Riquadro 19 è indubbiamente voluto. Ma per comunicare cosa? Il dubbio cresce. Forse il misterioso autore sta indicando che, nei paraggi, sono nascosti i resti di Emanuela Orlandi o di Katty Skerl? Se così fosse, la bara e la salma della 17enne, uccisa a Grottaferrata nel 1984, potrebbero non essere mai state rimosse dal Verano (come inizialmente ipotizzato il 12 luglio 2022, quando la Procura di Roma guidata dal pm Emilio Amelio aveva fatto aprire li loculo di Katty su esposto della cugina Laura Mattei, trovandolo però vuoto), ma solo spostate in un altro settore, distante circa 800 metri dal Riquadro 115. Uno scenario che acquista sempre più credibilità e verosomiglianza.

Il sopralluogo

Tre elementi meritano verifica, emersi dalle indicazioni della professoressa e di un suo collaboratore: Il primo indizio riguarda una manomissione sul lato destro del sepolcro della famiglia Donati-Pace, una lastra fuori posto. È forse stata causata da agenti atmosferici o è un segnale per attirare l'attenzione e suggerire di controllare dentro la tomba? Il secondo elemento è l'assenza della foto della quarta defunta sulla lapide, forse rubata o caduta, la signora Rosa. Infine, il terzo tassello: la valenza evocativa del cognome Donati Pace. Leggendolo come «Dònati pace», si ottiene «regalati requie, riposo...». È questo il messaggio criptico che il misterioso grafomane voleva inviare? Il pensiero non può che andare a lei, la ragazza con la fascetta, Emanuela Orlandi, simbolo di verità e giustizia mai raggiunte, che da 41 anni non ha pace.

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