01 Luglio 2024
fonte: facebook @Corriere dell'Irpinia
È morto a Roma all’età di 96 anni Claudio Mancini, produttore cinematografico che ha contribuito alla storia del cinema italiano. Aveva spesso lavorato al fianco di Sergio Leone, suo punto di riferimento, dei cui film era diventato produttore. Ne ha annunciato la morte la nipote Chiara, con un video condiviso sui social e il commosso messaggio "Buon viaggio nonno".
96 anni di una vita ricca e fondamentale per il panorama culturale italiano. Era nato a Roma il 24 marzo del 1928. Ha lavorato per sessant’anni nell’industria cinematografica, ma il suo talento si è rivelato passo a passo, partendo dal basso e con un lungo percorso di gavetta. Aveva iniziato attorno ai 20 anni come comparsa, per poi passare ad altri ruoli del set, come aiuto elettricista e capo elettricista. Per il cinema fece di tutto, organizzatore, ispettore di produzione, qualche volta direttore della fotografia. Quando passò agli uffici, è lì che trovo l’ambito in cui eccellere: prima segretario di produzione, poi produttore esecutivo, rappresentante del produttore, infine organizzatore generale e produttore.
Il rapporto con il cinema viene coltivato già in giovane età. Aveva raccontato in un’intervista la sua iniziazione cinematografica, opera di sua madre: "L’altro gioco meraviglioso era il cinema, dove mamma ci parcheggiava per interi pomeriggi, era il nostro asilo nido. Il cinema mi faceva sentire grande".
Ormai dentro al mondo del cinema, aveva affiancato Sergio Leone in alcuni dei suoi più grandi capolavori: da Giù la testa al kolossal C’era una volta in America, del quale era stato sia produttore esecutivo sia line producer. Tra le produzioni si ricordano quelle con Ponti e De Laurentiis, con David Lean per il Dottor Zivago – si ricorda il sopralluogo con Lean in Jugoslavia, anche se poi il film fu girato in Spagna – e con Damiano Damiani. Nel corso della sua carriera lavorò con attori del calibro di De Niro, Sophia Loren, Gigi Proietti, Sylvester Stallone, Charles Bronson e con registi come Federico Fellini e Bernardo Bertolucci. Inevitabile la conoscenza del compositore Ennio Morricone, visto il suo legame con Sergio Leone. Fu produttore di Nell’anno del Signore di Gigi Magni, e del fantascientifico Contamination di Luigi Cozzi. Tra i suoi ultimi impegni c’era stato anche un recente lavoro per Il Commissario Montalbano.
Con un passato da ex pugile, non aveva mai abbandonato l’attrezzatura da boxe: i guantoni, il sacco, il punching ball li teneva ancora a casa e ancora molto vecchio li usava per allenarsi. Il suo temperamento lo si può intuire da un noto episodio del mondo del cinema. Si racconta che nel corso delle trattative per la realizzazione del film C’era una volta il West, Mario Brega, che aveva già recitato una parte importante nel film Il buono, il brutto e il cattivo, pretese un cachet molto alto per partecipare al nuovo film di Sergio Leone. A un certo punto, da sotto il tavolo, Mancini gli sparò con un colpo di pistola fra i piedi. Pare, raccontano, che Brega non si scompose.
Una figura di tale carattere e tenacia verrà senz’altro compianta nell’industria audiovisiva: con lui se ne va un pezzo di storia del cinema italiano.
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