27 Maggio 2024
Le aperture dei due giornali. In quella di Dagospia si nota che la notizia risale a domenica 26 maggio
Dagospia contro Repubblica. Dopo aver dato in anteprima lo scoop sulle parole di Papa Francesco contro i seminaristi omosessuali, l'agenzia si scaglia contro il giornale diretto da Molinari, reo di non aver citato la fonte del suo articolo, a firma Iacopo Scaramuzzi, menzionato nel flash di Dago. "Non c’è solo “troppa ‘frociaggine’”, come dice il Papa, c’è anche troppa paraculaggine. Ora (lunedì 27 maggio) - si legge - in apertura sul sito di “Repubblica.it), brilla lo scoop postato ieri, alle 16, da Dagospia su Bergoglio e le “checche nei seminari”. Il vaticanista Iacopo Scaramuzzi legge questo disgraziato sito e traduce: “A quanto risulta a Repubblica da più fonti concordanti…”, bravo, continua così che hai una carriera con il copia e incolla”.
C’è già troppa “paraculaggine“. Dagospia va all'attacco di Repubblica, dopo che il quotidiano omette la fonte della notizia delle ultime 24 ore, ossia Papa Francesco che, durante l’assemblea di primavera della scorsa settimana, la possibilità di non ammettere persone omosessuali nei seminari. Un commento forte, detto a porte chiuse, come riporta Dagospia, ma pubblicamente nella conversazione tenuta con toni colloquiali in Vaticano.
"C'è troppa frociaggine", Papa Francesco si scaglia contro gli omosessuali in seminario. Il tema delle persone omosessuali in seminario è particolarmente dibattuto negli ultimi anni all’interno della Chiesa. Solamente lo scorso novembre durante l’assemblea di autunno dei vescovi italiani, è stata approvata una nuova Ratio formationis sacerdotalis, un nuovo regolamento per i seminari in Italia. All’interno di esso si trova anche la questione dell’accettazione dei seminaristi gay, che durante l’incontro ad Assisi ha diviso molto la platea.
Il testo ancora non è stato pubblicato perché dovrà passare sotto la lente di ingrandimento del dicastero vaticano per il Clero. La linea attuale si attiene alle istruzioni del dicastero del 2005, confermata nel 2016, in cui si dice che “la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay”.
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