24 Aprile 2024
Fonte foto: @deandreraccontalaseriea Facebook
Giulio Regeni ha subito diverse torture tra cui pugni, calci, bruciature, bastonate sui piedi e ammanettamento di polsi e caviglie in Egitto. Lo ha confermato il medico legale, Vittorio Finceschi, consulente della Procura di Roma, durante la ricostruzione dei fatti nel corso della sua audizione nel processo a carico di quattro 007 egiziani. Il 6 febbraio 2016 Fineschi ha effettuato l'autopsia sul corpo del ricercatore italiano trovato morto il 3 febbraio di 8 anni fa sulla strada che collega Il Cairo con Alessandria.
Giulio Regeni è stato torturato. Lo ha confermato il medico legale Vittorio Finceschi, consulente della Procura di Roma, durante la ricostruzione dei fatti nel corso della sua audizione nel processo a carico di quattro 007 egiziani. "L'Egitto nel corso degli anni ha pubblicato due lavori scientifici sulla tortura, di cui uno relativo a 140 casi con l'elenco delle modalità delle torture poste in essere sui viventi, come persone arrestate e poi torturate anche con trascinamento del corpo, mazze, ammanettamento di polsi e caviglie, bruciature", ha affermato Finceschi. "In un'altra pubblicazione ossia uno studio retrospettivo relativo a 367 casi di torture, avvenute negli anni 2009 e 2010 in Egitto, vengono riportate moltissime modalità di tortura che poi sono state riscontrate anche sul corpo di Giulio Regeni, ad esempio le bastonate sui piedi fino alla frattura di tutte le ossa".
Poi sono stati analizzati diversi dati, tra cui quelli tossicologici. Dai dati emersi, la morte di Giulio Regeni va "stimata tra le 22 del 31 gennaio e le 22 del 2 febbraio del 2016. Il nostro lavoro ha portato ad una stima della morte a 124 ore prima del prelievo quindi risalirebbe al periodo compreso tra le 22 del 31 gennaio e le 22 del 2 febbraio. Tutti gli accertamenti tossicologici hanno dato esito negativo sia sull'uso da parte di Giulio di droghe e farmaci sia sulla somministrazione di sostanze tossiche e velenose". Così in aula il tossicologo forense, Marcello Chiarotti, consulente della Procura. Il consulente, che partecipò all'autopsia insieme a Fineschi il 6 febbraio del 2016 effettuò l'esame del potassio intraoculare per stimare la collocazione temporale della morte.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia