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Genova, fa sparire un anello e tre Rolex che gli avevano affidato i clienti, gioielliere a processo

Il suo negozio era tra i più noti della città. Aveva promesso che avrebbe venduto i monili nei paesi arabi, ma dopo il Covid ha fatto perdere le tracce

24 Marzo 2024

Genova, fa sparire un anello e tre Rolex che gli avevano affidato i clienti, gioielliere a processo

Era uno dei gioiellieri più noti di Genova, e la sua famiglia da quasi 150 anni tra le più conosciute proprio in quell’ambito. E però Pierluigi Giovanni Parodi, secondo la Procura, si è impossessato di gioielli e Rolex per oltre 100 mila euro che gli erano stati affidati «per una valutazione e la possibile messa in commercio». È stato quindi rinviato a giudizio con l’accusa di appropriazione indebita e in tribunale sono iniziate le prime udienze.

I clienti che hanno dato il la alle indagini si erano rivolti a lui perché ritenuto un commerciante affidabile. E gli avevano lasciato un anello con un diamante da tre carati, tre Rolex (due d'oro e uno in oro e acciaio), oltre a due sveglie e una cornice Cartier. Il valore complessivo era stato stimato intorno ai 100 mila euro, ma nel frattempo il negozio era stato messo in liquidazione e i preziosi parevano di fatto svaniti nel nulla. L'inchiesta come premesso è scattata dopo la denuncia dei proprietari dell'anello, assistiti dall'avvocata Chiara Antola. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i coniugi avevano ricevuto in eredità vari oggetti e avevano deciso di consegnarli nel 2019, per venderli. Il commerciante aveva valutato il tutto per 35 mila euro e aveva spiegato che avrebbe di certo trovato acquirenti. Nel frattempo era scoppiata la pandemia da Covid 19 e l'Italia era stata chiusa. Quando le restrizioni erano venute meno, la coppia aveva contattato Parodi, che li aveva rassicurati dicendo di avere avuto più richieste da possibili compratori, da paesi arabi e da Montecarlo. Dopo altri mesi i proprietari avevano scoperto che il negozio era stato chiuso: l’anello (che un altro perito aveva valutato tra i 60 e gli 80 mila euro, quindi molto più di ciò che sosteneva Pierluigi Parodi) e il Rolex erano spariti. Non solo. Da una visura camerale diversi clienti avevano scoperto che uno dei rami societari era stato sciolto e messo in liquidazione a partire dal 31 maggio del 2016.

Parodi sembrava sparito nel nulla e neppure i colleghi dell’orefice sapevano dire che fine avesse fatto. La Procura, dopo l'apertura del fascicolo, aveva disposto una perquisizione a casa dell’imputato, ma non erano stati trovati i gioielli.

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