22 Febbraio 2024
Una operazione del comando provinciale di Genova e del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata della Guardia di Finanza ha portato questa mattina all’arresto di cinque persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere, trasferimento fraudolento di valori, autoricliclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele e omesso versamento iva. Il tutto per un giro d’affari di oltre 3 milioni di euro.
Sono 12 gli indagati nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Genova. Il sostituto procuratore Federico Manotti e i militari del nucleo di polizia economico-finanziaria guidati dal colonnello Andrea Fiducia, hanno messo nel mirino un gruppo d'imprenditori attivi nel settore dei surgelati. Secondo l'accusa, con un complesso sistema di fatture fasulle e triangolazioni societarie internazionali, hanno sottratto almeno 3 milioni di Iva, compiendo operazioni sospette per un potenziale imponibile di 31 milioni. In carcere sono finiti Salvatore Vetrano, ritenuto il vertice dell'organizzazione, colui per il quale è scattata l'aggravante mafiosa; la moglie di quest'ultimo Anna Bruno, il cui padre era stato condannato in passato per mafia; Mauro Castellani, ritenuto il basista della coppia in Liguria. Vetrano e Bruno sono stati bloccati in Spagna, uno dei luoghi dove dimoravano abitualmente oltre al capoluogo ligure. Agli arresti domiciliari sono invece Giuseppe Licata e Sebastiana Germano, ritenuti sponde dei tre principali inquisiti.
Alcune delle aziende create dalla gang, hanno svelato le indagini, erano effettivamente attive nel settore dei surgelati. Molte però erano 'scatole vuote', create ad arte. In uno degli schemi prediletti le ditte straniere, con sede legale in Spagna o Portogallo, fornivano prodotti a imprese italiane attraverso l'interposizione di "cartiere" (società farlocche) a loro volta registrate in Italia, generando così un meccanismo di crediti d'imposta poi riscossi indebitamente. Accompagnandolo con altri e complessi meccanismi fraudolenti, gli indagati avevano imbastito quello che in gergo investigativo si definisce un sistema di "frodi carosello", concatenate una all'altra.
Sono decine le società finite sotto la lente di magistrati e Fiamme Gialle, tra le quali Liguria Surgelati srl e Liguria Surgelati Trading srl. Gli inquirenti, su disposizione del pm Manotti, hanno bloccato un centinaio di conti e nove immobili riconducibili ai componenti del sodalizio, con l'obiettivo di sequestrare almeno 3 milioni di euro, mentre perquisizioni sono state compiute in varie regioni italiane.
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