15 Dicembre 2023
Fiorenza Rancilio, fonte: Instagram @361magazine
Omicidio Rancilio, il figlio Guido è in stato di choc al Policlinico di Milano. Sotto sedativi, non parla, è in stato confusionale e non si rende conto di quello che ha fatto alla madre Fiorenza Rancilio; narra di un viaggio, riferiscono i medici, aggiungendo che "la sua patologia è controllata coi farmaci". La donna, è stata uccisa nel suo lussuoso attico del centro con un manubrio da palestra. Il 35enne sembra non essere in grado di capire quanto accaduto per mano sua, martedì mattina 12 dicembre 2023, e avrebbe chiesto più volte di lei, motivo per il quale gli psichiatri avrebbero chiesto agli investigatori di aspettare ancora, prima di interrogarlo. Quest'ultimo è stato fissato per domani, con l'udienza di convalida per il fermo.
I professionisti del Policlinico di Milano hanno spigato: "La patologia del paziente è di quelle che i farmaci possono anche controllare senza obbligare i parenti a farlo ricoverare permanentemente in una struttura specialistica. Molte volte funziona e può durare una vita, ma è anche vero che basta poco per innescare meccanismi di aggressività incontrollabile che possono degenerare in maniera imprevedibile".
Al momento dell'omicidio, in casa c'erano solo lui e la madre. La porta era chiusa dall'interno e lui era seduto a terra immobile. L'uomo avrebbe usato un manubrio in metallo rivestito in gomma dal peso di circa 8 chili per ucciderla. È tra gli oggetti sequestrati dai militari e sottoposti al luminol: la superficie del peso e la sua forma sono risultati compatibili con la ferita al volto con cui è stata sfigurata la donna, erede di una importante famiglia di immobiliaristi e filantropi italo-svizzeri. Quel giorno, il figlio aveva assunto una quantità eccessiva di psicofarmaci. Non è dato sapere se fosse intenzionato a togliersi la vita.
Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il percorso di cura di Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, dato che la madre si era rivolta ai migliori specialisti per aiutarlo a superare problemi legati alla schizofrenia. Nel mentre, c'erano state visite, ricoveri in più strutture, e anche un TSO. Ogni volta però, che il paziente interrompeva la terapia, le crisi lo portavano a distruggere tutto quello che trovava in casa. Contro la madre non c'erano mai stati atti di violenza. Tuttavia, sembra che lei avesse recentemente notato una crescente aggressività da parte del figlio, tanto da ammettere a più di una persona, nonostante la sua riservatezza, di avere "paura" di lui, perché "[...] quando mio figlio Guido impazzisce spacca tutto".
Qualcuno ha raccontato del complesso rapporto madre-figlio, maggiorato dalla difficile malattia. Lo stabile di via Crocefisso 6, oltre alla residenza di Fiorenza Rancilio e del figlio, accoglie anche la sede con uffici delle holding di famiglia, con il 35enne collaborava solo formalmente. Un dipendente si è sbilanciato: "La dottoressa ogni mattina usciva di casa alle 9.30 e veniva in ufficio; il figlio non lo vedevamo anche per lunghi periodi".
La famiglia di Guido, 35 anni, nato a Lugano, si era trasferita qui dopo il rapimento del fratello Augusto, architetto allora 25enne. Nel 1978, la 'Ndrangheta lo aveva prelevato a Cesano Boscone, comune della città metropolitana di Milano. Il ragazzo non tornò più a casa, ucciso dai suoi carcerieri in Aspromonte durante un tentativo di fuga.
I rapitori avevano richiesto il riscatto, e il padre aveva risposto così: "L'azienda ha debiti con le banche, non ho soldi per il riscatto". Nel 1995, Guido aveva chiesto e ottenuto dal Ministero della Giustizia, il permesso di aggiungere al suo cognome anche quello materno.
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