10 Dicembre 2025
Oggi, mercoledì 10 dicembre, i professionisti di 51 ospedali italiani hanno incrociato le braccia, unendosi alla mobilitazione nazionale che chiede la liberazione dei 90 sanitari palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Sono stati indetti flash mob in questi nosocomi, che cadono proprio durante la Giornata Internazionale dei Diritti Umani.
Il 10 dicembre 2025, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, 51 ospedali italiani da Trento a Palermo hanno partecipato a una mobilitazione nazionale per chiedere la liberazione di oltre 90 sanitari palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. L’iniziativa è stata promossa dalle reti #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza, che da mesi portano avanti campagne di sensibilizzazione sul conflitto e sulla condizione del personale medico nelle aree palestinesi.
Tra i detenuti figura anche il pediatra Hussam Abu Safiya, direttore del Kamal Adwan Hospital nella Striscia di Gaza, divenuto simbolo della sanità civile colpita dal genocidio. La sua storia, come quella di decine di colleghi, è stata al centro delle iniziative che si svolgeranno nella giornata davanti a ospedali e strutture sanitarie di tutto il Paese, dove dalle 10 alle 19 saranno esposti poster e materiali informativi per richiamare l’attenzione pubblica.
Il momento clou della giornata sarà alle 17, con l’avvio sul canale YouTube @digiunogaza della maratona online “Una giornata di lavoro e solidarietà per Gaza”. Medici, operatori sanitari e attivisti interverranno in diretta sia dalla Striscia di Gaza sia dagli ospedali italiani coinvolti, raccontando la situazione negli ospedali palestinesi e il lavoro quotidiano svolto in condizioni estremamente critiche. La maratona rappresenta anche l’occasione per rilanciare la raccolta fondi destinata all’ospedale Emergency di Al-Qarara, una struttura che continua a operare nonostante gravi carenze di personale e materiali.
Il fondatore di #DigiunoGaza, Francesco Niccolai, ha sottolineato come l’iniziativa abbia ottenuto un forte sostegno internazionale. Hanno infatti aderito anche reti di operatori sanitari provenienti da Francia, Regno Unito, Belgio e Stati Uniti, tra cui Doctors against Genocide, Physicians for Humanity e Health Workers 4 Palestine. "Il genocidio a Gaza non è terminato e le incursioni in Cisgiordania continuano", ha spiegato Niccolai, ribadendo l’urgenza di mantenere alta l’attenzione sulla violazione dei diritti umani e sulla protezione del personale sanitario.
La raccolta fondi punta a raggiungere 150 mila euro per sostenere la clinica di Emergency a Khan Yunis, una cifra che, secondo gli organizzatori, deve essere raggiunta “rapidamente” per rispondere ai bisogni immediati della popolazione.
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