14 Dicembre 2023
Ciro Grillo (fonte foto Instagram)
Prosegue il processo a carico di Ciro Grillo (figlio di Beppe, fondatore del M5s), e dei suoi amici, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Il presunto stupro, denunciato da una ragazza, diciannovenne all'epoca dei fatti, risalirebbe alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. La violenza si sarebbe consumata nella residenza di Porto Cervo, in Costa Smeralda, di proprietà della famiglia Grillo. Durante le oltre cinque ore di udienza sono state poste alla ragazza una serie di domande giudicate “da Medioevo" dal legale della ragazza.
"Ma se aveva le gambe piegate, come hanno fatto a toglierle i pantaloni?" ha domandato l'avvocata Antonella Cuccureddu, del pool della difesa dei quattro. O ancora: "Ci può spiegare come le sono stati tolti gli slip?". Per Cuccureddu si tratta di domande necessarie alla ricostruzione dell’accaduto, volte a capire se si sia realmente trattato di violenze sessuali: "Nei processi si ricostruiscono i fatti. Il fatto di cui discutiamo è un fatto di violenza sessuale e non c'è niente di intimo in una violenza sessuale. O è una cosa intima o è una violenza sessuale. E il processo si fa per capire se è stata una cosa intima o violenza sessuale". Per la legale si tratta di domande minuziose dovute alla "sequela di non ricordo" e sulla scorta delle dichiarazioni rese ai carabinieri e al pm in sede istruttoria.
L’avvocato Dario Romano, legale di parte civile della giovane, che difende con l'avvocata Giulia Bongiorno la ragazza, ritiene che si sia trattato di un “interrogatorio da Medioevo". Criticata è la scelta della difesa di mettere discussione della “mancata reazione durante il rapporto sessuale” per sostenere che lo stupro fosse in realtà un rapporto consenziente. Cuccureddu si è infatti spinta a domandare "come mai non ha reagito con un morso durante il rapporto orale?". Domande intime, con riferimenti particolari a posizioni, al termine delle quali la giovane ha rilasciato, prima di lasciare il Palazzo di giustizia di Tempio Pausania (in Sardegna): "Mi sento svuotata, sono esausta, mi viene da vomitare".
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