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Omicidio nel carcere di Marassi, la polizia arresta il compagno di cella della vittima

Gravi indizi di colpevolezza a carico di Luca Gervasio: secondo gli inquirenti ha colpito l'altro detenuto con uno sgabello perché russava

20 Settembre 2023

Omicidio nel carcere di Marassi, la polizia arresta il compagno di cella della vittima

Luca Gervasio, accusato di aver ucciso il compagno di cella

È stato arrestato Luca Gervasio, il clochard di 48 anni accusato di avere ucciso il suo compagno di cella Roberto Molinari, 58 anni, nel carcere di Marassi. Gli agenti della squadra mobile questa mattina hanno eseguito l'ordinanza di custodia emessa dal giudice per le indagini preliminari. Secondo l'accusa, Gervasio avrebbe colpito più volte alla testa con una gamba di un tavolino o con uno sgabello Molinari senza un apparente motivo, forse per presunti problemi di convivenza in pochi metri quadrati. Probabilmente perché stava russando e lo infastidiva.

Una settimana fa l’omicidio: lo ha colpito con uno sgabello?

Una settimana fa gli agenti erano arrivati in carcere immediatamente dopo l’omicidio insieme al pubblico ministero Gabriella Marino che coordina le indagini. Gli accertamenti sulla scena del delitto, attraverso l’assunzione di dichiarazioni dalle persone informate sui fatti, l’acquisizione delle immagini di videosorveglianza, e i rilievi della polizia scientifica, oltre agli esiti medico legali, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di Gervasio, il quale, senza alcun apparente valido motivo, ha colpito ripetutamente il volto del compagno di cella con uno sgabello o qualcosa di simile fino a ucciderlo. Il provvedimento cautelare richiesto dal pm ed emesso dal gip, è stato eseguito all’interno del carcere di Marassi, dove Gervasio è già recluso per una precedente misura di custodia cautelare. Il quarantottenne, che ha problemi psichiatrici e un passato di comportamenti violenti, ha detto al suo avvocato Simone Bertuccio di non ricordare nulla nell’omicidio. In settimana sarà fissato l’interrogatorio di garanzia.

L’autopsia: segni evidenti di un’aggressione

Il medico legale Francesco Ventura nei giorni scorsi ha eseguito l’autopsia sul corpo di Molinari: i segni delle percosse sul viso sono evidenti e sono quelli di un’aggressione. Sul fatto che ad uccidere Molinari sia stato Gervasio non sembrano esserci dubbi, ma occorre capire come è avvenuto l'omicidio: se il cinquantottenne è stato ucciso nel sonno oppure se era sveglio e ha cercato in qualche modo di difendersi. Fondamentale sarà stabilire l’ora esatta della morte. Non è escluso, inoltre, che il sostituto procuratore Marino decida di effettuare una consulenza psichiatrica su Gervasio. La difesa, del resto, ha già sollecitato il pm.

I problemi psichiatrici dell’assassino

L’omicida ha sempre dato problemi: si era trasferito in passato da Roma a Monterosso nelle Cinque Terre, dove due anni fa aveva aggredito una negoziante dopo averla derubata. Poi aveva raggiunto il Tigullio: il 3 giugno scorso era stato arrestato dagli agenti del commissariato di Rapallo ed è per questo che si trovava a Marassi. Aveva colpito un milite mentre, in ambulanza, veniva accompagnato in ospedale per un Trattamento sanitario obbligatorio. Era scappato gettandosi dal mezzo di soccorso. Poi aveva rubato un’auto ed era fuggito, fino a quando i poliziotti del distretto lo avevano braccato. A quel punto lui li aveva violentemente aggrediti e minacciati, ferendone uno. Completamente opposto il carattere di Molinari: qualche anno fa si era recato in un centro della Fondazione Auxilium per cercare un posto dove dormire e nelle ultime settimane si trovava in carcere per scontare una serie di piccole pene definitive, per reati contro il patrimonio. Due tipi completamente diversi. Per questo i magistrati vogliono chiarire è perché la vittima si trovasse in quella sezione: la «sesta», in cui è avvenuto il delitto, ospita detenuti che hanno avuto problemi con operatori sanitari o delle forze dell’ordine. Gervasio risponde a questo profilo, molto meno Molinari.

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