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Autovelox, nell’elenco del Mit 21 comuni inesistenti, dispositivi “non attivati” e senza posizione, comandante Altamura: “Troppi dati errati”

Secondo il censimento pubblicato dal Mit, esisterebbero ben 21 Comuni chiamati “N.D.”, oltre ad altri, improbabili, identificati con i nomi delle apparecchiature stesse — “Telelaser”, “Velomatic”, “Trucam” o “Cmpsp000”. Nessun cartello li segnala, nessun navigatore li riconosce, eppure nella piattaforma ministeriale risultano presenti, completi di dispositivo pronto a rilevare le infrazioni

04 Dicembre 2025

Autovelox, nell’elenco del Mit 21 comuni inesistenti, dispositivi “non attivati” e senza posizione, comandante Altamura: “Troppi dati errati”

Autovelox, fonte pixbay

Nell’elenco ufficiale pubblicato dal ministero dei Trasporti compaiono Comuni che non esistono, autovelox indicati comenon attivatie dispositivi privi di qualunque riferimento di posizione. Un’anomalia che ha fatto emergere un quadro ben più complesso del previsto, come confermato dal comandante della Polizia locale di Verona, Luigi Altamura: “C'è un campionario vasto di dati errati, gli stessi modelli conteggiati più volte: così è difficile stabilire pure il numero totale di dispositivi”.

Autovelox, nell’elenco del Mit 21 comuni inesistenti, dispositivi “non attivati” e senza posizione, comandante Altamura: “Troppi dati errati”

Secondo il censimento pubblicato dal Mit, esisterebbero ben 21 Comuni chiamatiN.D.”, oltre ad altri, improbabili, identificati con i nomi delle apparecchiature stesse — “Telelaser”, “Velomatic”, “Trucam” o “Cmpsp000”. Nessun cartello li segnala, nessun navigatore li riconosce, eppure nella piattaforma ministeriale risultano presenti, completi di dispositivo pronto a rilevare le infrazioni.

Quella che doveva essere una meritoria iniziativa di trasparenza — il primo censimento pubblico dei rilevatori di velocità — è così diventata un catalogo di dati errati, contraddittori o talvolta del tutto privi di senso. Scorrendo l’elenco governativo si leggono segnalazioni surreali: due enti hanno registrato postazioni denominate “Nessun Velox”. Altri hanno inserito apparecchi accompagnati da diciture come “Non attivato”, “Utilizzo sospeso”, “dispositivi non installati nel territorio di competenza” o “Ultimo utilizzo anno 2023”. Il cittadino si chiede: se il dispositivo è spento, sospeso o mai installato, perché compare comunque nell’elenco? E soprattutto: può generare multe valide?

Il problema non finisce qui. La vera criticità, come ricorda la giurisprudenza, riguarda l’omologazione: senza questo requisito, ha ribadito più volte la Cassazione, le multe non sono valide. Non mancano inoltre errori pesanti: a Milano, ad esempio, risultano 2 dispositivi “non attivati” e 15 privi della specifica chilometrica di collocazione — un dettaglio che può pesare considerevolmente in caso di ricorso.

Il caos affonda le radici nel Decreto Direttoriale 305 del 18 agosto 2025, che imponeva agli enti di fornire marca, modello, matricola, estremi dell’approvazione o omologazione e, quando previsto, la collocazione chilometrica. 60 giorni di tempo per caricare i dati, con termine indicato dal Mit nel 28 novembre come “essenziale per garantire la piena legittimità d’uso”. Eppure, al 30 novembre i dispositivi censiti erano 3.625, diventati già 3.731 pochi giorni dopo. Una dimostrazione che la piattaforma è destinata a mutare costantemente, come previsto dall’articolo 5 dello stesso decreto, che consente aggiornamenti senza limiti temporali.

Un sistema in continuo movimento, quindi, che costringerebbe gli automobilisti a consultare la piattaforma quasi quotidianamente per sapere se un autovelox sia attivo, rettificato, sospeso o rimosso. Intanto, gli errori continuano ad accumularsi. Il comandante Luigi Altamura lo conferma con un dato clamoroso: “Il campionario di dati errati è vasto ma c'è anche altro perché in Molise lo stesso identico occhio elettronico risulta inserito in nove Comuni; in un altro caso in otto e in un altro ancora in sette. In Sicilia, addirittura, in ventuno. In realtà si tratta di soli tre dispositivi e così fra inserimenti sbagliati e quelli ripetuti capire il numero reale di autovelox in Italia è impossibile”.

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