15 Settembre 2023
Fonte: @giuseppe_alto
Una tragedia che ha sconvolto Montefalcione, in provincia di Avellino, lo scorso 2 maggio: Maria Antonietta Cutillo, quindicenne, ha perso la vita in circostanze tragiche che ora stanno attirando l'attenzione su un pericolo spesso sottostimato: i caricabatterie elettrici non a norma. Se solo le componenti elettriche del caricabatterie fossero state conformi agli standard, Maria Antonietta sarebbe ancora viva oggi.
La morte della giovane è avvenuta quando il suo cellulare, collegato al caricabatterie, è scivolato accidentalmente nella vasca da bagno. La tragica conseguenza è stata una scarica elettrica che si è propagata attraverso il corpo di Maria Antonietta, proveniente dalla estremità libera del cavo USB con cui stava caricando il telefono mentre parlava con un'amica.
L'allarme legato ai caricabatterie non a norma si estende a diverse regioni italiane, scuotendo la sicurezza dei consumatori. Nella giornata di ieri, i carabinieri della compagnia di Mirabella Eclano hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino. Questo decreto ha colpito cinque imprenditori operanti in Toscana e Lombardia, i quali sono stati raggiunti dalla notifica del provvedimento cautelare. I comuni di Calenzano (FI), Sesto Fiorentino (FI), Pontedera (PI) e Trezzano sul Naviglio (MI) sono al centro dell'indagine.
Ai cinque imprenditori, quattro dei quali sono cinesi, coinvolti viene contestato il reato di omicidio colposo per la morte della giovane Mari Antonietta. Inoltre, sono accusati di frode in commercio e di vendita di prodotti industriali con marchi mendaci.
Il Tribunale di Avellino ha riportato che le indagini condotte dai militari della Compagnia di Mirabella Eclano, in collaborazione con il Reparto Tecnologie Informatiche del RACIS, hanno rivelato, in base agli attuali documenti, la presenza di difetti di fabbricazione in uno dei componenti interni del caricabatterie utilizzato dalla giovane. In particolare, il "condensatore ceramico a disco" di questo specifico prodotto di importazione cinese, dopo analisi tecniche non ripetibili, avrebbe manifestato "difetti attribuibili alla bassa qualità del materiale tecnico utilizzato nella produzione di tali dispositivi". In altre parole, se i componenti elettrici fossero stati in linea con i criteri tecnici previsti dalle normative, questa tragedia sarebbe potuta essere evitata.
Inoltre, è emerso che i dispositivi sequestrati erano privi di foglio di istruzioni d'uso, avvertenze di sicurezza e dichiarazioni di conformità "CE", nonché della marcatura di "classe Y" richiesta dalle norme tecniche per i dispositivi elettronici di questo tipo.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia