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Granchio blu, Zaia: "Stato d'emergenza, a rischio allevamenti vongole"; lo chef Corelli: "Mangiamolo, molto nutriente"

Dibattito attorno al granchio blu, il crostaceo del Maryland che ha invaso l'alto adriatico, tra chi accusa la distruzione degli allevamenti di molluschi e chi ne elogia le qualità gastronomiche

13 Agosto 2023

Granchio blu, Zaia: "Stato d'emergenza, a rischio allevamenti vongole"; lo chef Corelli: "Mangiamolo, molto nutriente"

Un tema comparso all'improvviso in questa nostra estate italiana 2023, ma che giorno dopo giorno sta sempre più montando nel dibattito pubblico nazionale, volteggiando a passo di valzer tra i toni più allarmistici a quelli divertiti, con innumerevoli piroette a favore di quanti, appena sentito parlare di "granchio blu", hanno subito pensato ad un nuovo sviluppo della filiera ittica e alimentare adriatica. 

Pandemia di granchio blu nell'Adriatico settentrionale: tra allevatori di vongole e cozze disperati e chi vede nell'animale un'opportunità

La grande sorpresa estiva, per i curiosi, o la grande emergenza, per i preoccupati, è iniziata circa un mese fa, nell'area del Polesine. Il Callinectes Sapidu, meglio noto come "granchio blu", è una specie originaria del nord atlantico. Definita dai biologi marini come particolarmente aggressivo nei confronti degli altri animali e ad alto tasso di fertilità, non è chiaro come sia arrivato dalle coste del Maryland a quelle venete e friulane. Quello che si sa, tuttavia, è che sta facendo strage degli allevamenti di vongole e cozze qui presenti in gran numero. Secondo le stime, dalla sua primissima apparizione nel 2022 (quando i numeri erano sufficientemente bassi per non essere considerato un pericolo) ad oggi, sarebbe riuscito a dimezzare (!) la produzione italiana di questi molluschi, una produzione che - è bene ricordare - a pieno regime vale 100 milioni di euro.

Un problema per l'ecosistema e per l'economia dell'alto adriatico, ora colto anche dalle istituzioni. Inizialmente la risposta al fenomeno è stata lo stanziamento, allegato al decreto Omnibus, di 2,9 milioni di euro per finanziare quelle imprese che si dedicano alla caccia e allo smaltimento di questa specie. Negli ultimi giorni, poi, si è aggiunta l'azione della regione Veneto, con il Governatore Luca Zaia che ha avanzato formale richiesta a Roma per l'approvazione dello stato d'emergenza: "Siamo preoccupatissimi, I dati sono inquietanti, quelli relativi alla raccolta nel 2019 nella nostra laguna erano di 87 chili (di granchio blu ndr.), nel 2022 ne abbiamo pescati 10mila chili. Parliamo di un granchio che vive dai tre a quattro anni con una maturità sessuale tra i 12 i 18 mesi e poi le femmine fanno dai 2 agli 8 milioni di uova". Il "doge" ha poi aggiunto: "La nostra laguna diventa una incubatrice di una bomba esplosiva ho l'impressione che ancora non ci si sia fatta l'idea della portata di questo di questa catastrofe per le nostre vongole e la nostra identità alimentare".

Non manca tuttavia chi guarda il bicchiere mezzo pieno, ed individua in questa nuova specie nei nostri specchi d'acqua la possibilità per la nascita di una nuova filiera alimentare. Mentre, ad esempio, il 18 agosto la sagra Della Madonna delle Grazie, nel comune ravennate di Goro, avrà proprio il granchio blu come portata d'onore, diversi tra i maggiori esponenti dell'industria gastronomica italiana si dicono perlomeno incuriositi da quella che, con le dovute e più che necessarie regolamentazioni in termini di controllo della popolazione, potrebbe a tutti gli effetti diventare parte importante delle nostre tavole.

Tra queste voci, quella dello chef Igles Corelli (sei stelle Michelin): "Certo che è buono, è molto buono. Ha un sapore delicato, ricorda un po’ il nostro granchio. Abbiamo già studiato alcune ricette, abbiamo fatto anche una serie di prove. Il risultato è positivo, se viene utilizzato nella ristorazione può avere un rendimento ottimale. Con il risotto l’abbinamento è perfetto". Corelli quindi conclude proponendo un nuovo approccio nei confronti di questo "alieno": "Stiamo predisponendo un progetto. Siamo in questo momento in fase embrionale, per trasformare il terrore del mare in un prodotto di punta della cucina. Ci stiamo lavorando in sei, sei chef tra i migliori d’Italia, un progetto che stiamo elaborando con la regione Emilia Romagna".

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