05 Agosto 2023
foto @Lapresse
Il terribile incidente che ha investito Mario e Pucci Boselli la scorsa domenica a Milano, denota una situazione di allarme grave ed inaccettabile.
Due esponenti della migliore borghesia della capitale economica del nostro paese, sono stati aggrediti in pieno centro, alle undici del mattino, davanti a decine di persone. Il cavaliere del lavoro Mario Boselli incarna nella sua figura, il rappresentante del settore più innovativo e creativo del Made in Italy, quale storico Presidente della Camera della Moda, da lui lanciata nel mondo, quale Presidente di un importante istituto bancario e quale Presidente della Camera di Commercio ItaloCinese. Colpire lui è stato come colpire un simbolo della città, un riferimento di esempio, di professionalità e della migliore cultura imprenditoriale italiana. Grande coraggio ha avuto Boselli nel denunciare l’episodio, perché moltissimi, forse troppi casi come il suo, per timore, per pigrizia o per rassegnazione delle vittime, vengono ignorati.
Chi è stato l’aggressore? Uno dei tanti, certamente dei troppi extracomunitari, che normalmente bivaccano lungo i bastioni di Porta Venezia, dediti allo spaccio di droga ed ai furti ripetitivi. I nodi vengono purtroppo al pettine! Ricordo quando, pochissimi mesi dopo il suo insediamento, l’attuale Pontefice si recò a Lampedusa ed allargando braccia e mani verso il Mediterraneo, invitò i diseredati di oltremare a raggiungere la terra promessa. Nobili intenzioni e nobili discorsi, ma l’accoglienza senza inclusione seria e vera, rappresenta soltanto una distorsione della realtà, una promessa non mantenuta, un’illusione che non può che esacerbare gli animi di chi si sente tradito. Nessuno è in grado di affermare con certezza quali siano le ricette migliori per sostenere e regolare un fenomeno epocale, che interesserà il mondo occidentale per i prossimi decenni. È chiaro però che un tale fenomeno non può vivere di improvvisazione, come è stato fino ad oggi e dividere il mondo in buoni e cattivi, fra chi a parole e soltanto a parole, per speculazione politica, sostiene questa o quella tesi e chi invece cerca dì dare risposte razionali al problema.
Il sindaco della principale città italiana Beppe Sala non si sottrae a queste logiche e sembra guardare più da spettatore, che da regista, ad un fenomeno che investe direttamente e da vicino la sua amministrazione.
L’aggressione a Mario Boselli si è purtroppo conclusa, con lo strappo dal collo di questo grande signore milanese, della catenina d’oro, regalatagli settantacinque anni fa dai suoi genitori, che lui, da allora, aveva sempre portato su di sè.
Quello strappo non ha ha rappresentato soltanto un deplorevole furto, ma simbolicamente l’offesa a tutti noi, che in quella Madonnina carpita, ci siamo sentiti derubati di parte della nostra cultura e della nostra religione.
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