08 Luglio 2023
Testamento Silvio Berlusconi
C’è una frase che potrebbe rendere nullo il testamento di Silvio Berlusconi, pubblicato da poco.
Il documento redatto in maniera olografa, porta la data del 19 gennaio 2022, pochi giorni prima del suo ricovero nella clinica San Raffaele, da dove è stato poi dimesso circa 40 giorni dopo.
Nel documento, il terzo e ultimo testamento, il Cavaliere si rivolge ai figli Piersilvio, Barbara, Eleonora e Marina (dimenticando Luigi), chiedendo loro di fare alcune cose.
Testualmente il Cav ha scritto: “Cara Marina, Piersilvio, Barbara e Eleonora, sto andando al San Raffaele, se non dovessi tornare, vi prego di fare atto di quanto segue: dalla vostra eredità di tutti i miei beni, dovreste riservare queste donazioni a Paolo Berlusconi euro 100milioni; Marta Fascina, euro 100milioni; Marcello dell’Utri euro 30 milioni. Per il bene che gli ho voluto e per quello che loro hanno voluto a me. Grazie, tanto amore a tutti voi, il vostro papà”.
Questo è il testo-lettera dell’ultimo testamento; in quello precedente, scritto nel 2006, Silvio Berlusconi lascia la quota di eredità disponibile (pari a un terzo del tutto) solo a Marina e Piersilvio, il resto invece in parti uguali per Eleonora, Barbara e Luigi.
Stando all’ultimo atto, quello del 2022, le richieste del cavaliere sarebbero in contrasto con l’articolo 549 del Codice Civile il quale stabilisce che non possono essere poste condizioni sulle quote spettanti agli eredi. Dunque, sia Eleonora che Barbara Berlusconi, non sarebbero tenute a sottrarre dalle loro quote i 230 milioni da dividere tra Fascina, Paolo Berlusconi e dell’Utri. Questi soldi, stando invece al testamento del 2006, potrebbero essere sottratti solo dalle quote spettanti a Marina e Piersilvio.
A prescindere da ciò, il testamento del 2022, l’ultimo, quindi quello che per la legge ha valore, sarebbe nullo per via di come è stato formulato.
La frase “se non dovessi tornare” presuppone l’esortazione a fare qualcosa nel momento in cui quella condizione (il non ritorno) dovesse verificarsi. Nel caso di specie invece, Silvio Berlusconi è stato dimesso e ha partecipato anche alla campagna elettorale, per cui la condizione da lui ipotizzata, è venuta meno e questo renderebbe nullo l’atto.
Non solo, nel testo, sempre in riferimento alle quote da donare a Marta Fascina, Paolo Berlusconi e Marcello dell’Utri, il cav usa un tono esortativo anziché imperativo: scrive infatti “dovreste” e non “dovete”. Non impone dunque la donazione delle somme, ma invita a farlo.
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