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Chioggia, prof di filosofia assente per 20 anni su 24 destituita, Cassazione conferma la “totale inettitudine”, Lei: "Replicherò, ma ora sono al mare"

Cinzia Paolina De Lio assente per 20 anni su 24 e destituita. La replica, per modo di dire, non si fa attendere

26 Giugno 2023

maturità 2023

Fonte: Facebook @Marcella Cannariato

Una vicenda incredibile quella che ha coinvolto Cinzia Paolina De Lio, la professoressa di storia e filosofia originaria di Reggio Calabria che è stata destituita dopo essere stata assente per la maggior parte dei suoi 24 anni di servizio. Stando alle indagini, alla donna sono state assegnate annualmente le cattedre nella scuola di Chioggia (Venezia) in quanto moglie di un ufficiale della Guardia di Finanza che lavora nella zona. La sua storia è stata ripresa oggi dopo la decisione della Cassazione di confermare la sua destituzione, sostenendo l'accusa di "inettitudine permanente e assoluta" nell'insegnamento.

La donna, di 56 anni, aveva trascorso ben 10 anni della sua carriera completamente assente e altri 14 in malattia. Questa circostanza aveva portato il Ministero dell'Istruzione a sospendere la docente nel 2015 e nel 2016, e successivamente a richiederne la destituzione nel 2018. La Corte di Cassazione ha ora confermato questa decisione sollevando numerose polemiche.

Chioggia, prof di filosofia assente per 20 anni su 24 destituita, Cassazione conferma la “totale inettitudine”, Lei : "Replicherò, ma ora sono al mare"

Interpellata per un commento sulla decisione, la professoressa ha risposto affermando che non esistono versioni personali di una sentenza di Cassazione e che fornirà gli atti e i documenti pertinenti una volta tornata dalle vacanze al mare. Ha inoltre dichiarato di essere una giornalista e di gestire personalmente l'aspetto mediatico della vicenda.

Durante l'ispezione condotta dal Ministero dell'Istruzione nel 2013, sono emerse numerose inadempienze da parte dell'insegnante. Si è appurato che spesso la docente non prestava attenzione agli studenti durante gli interrogatori, distratta dal continuo uso del cellulare o da conversazioni con altri alunni non interrogati. Inoltre, sono state riscontrate carenze e imparzialità nella chiarezza delle spiegazioni, nella valutazione dei voti e nell'organizzazione delle lezioni. La professoressa non aveva mai i libri di testo con sé e i programmi delle sue classi erano spesso imprecisi e incompleti. In una classe quarta ad esempio, ha inserito "Hegel" nel programma degli argomenti svolti a fine anno, quando il filosofo in realtà non è mai stato trattato.

Di fronte a tali inadempienze, il Ministero dell'Istruzione aveva avviato la procedura di destituzione nel 2017, ma la docente aveva presentato ricorso. Nel 2018, il giudice del lavoro del Tribunale di Venezia si era pronunciato contro la decisione del Ministero, sostenendo che il periodo dell'ispezione (3 giorni) non fosse sufficiente, pur ammettendo le evidenti disorganizzazione e discrepanze della docente. Il Miur si è rivolto dunque alla Corte d'Appello di Venezia e ha chiesto che venisse meglio esaminata la vicenda, evidenziando che l'ispezione non potesse durare di più a casa delle assenze della prof. La Corte d'Appello ha ribaltato il giudizio del tribunale di primo grado ed è in questo momento che la docente fa ricorso in Cassazione, rivendicando il concetto di "libertà di insegnamento". La Corte di Cassazione però conferma il giudizio in appello e risponde all'insegnante: "La liberà di insegnamento in ambito scolastico è intesa come autonomia didattica diretta e funzionale a una piena formazione della personalità degli alunni, titolari di un vero e proprio diritto allo studio". In sostanza, tale libertà non implica l'assenza di metodologie di insegnamento o la mancanza di organizzazione e strutturazione delle lezioni.

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