13 Marzo 2023
Davide Villa era morto nel 2021, 12 giorni dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca. La procura di Catania aveva quindi aperto un’inchiesta per omicidio colposo, che rischierebbe ora di essere chiusa. I famigliari di Davide ed i legali, tuttavia, spingono per continuare le indagini.
È il 6 marzo 2021, quando il vice sovrintendente della squadra mobile di Catania, Davide Villa (50 anni), era deceduto dopo la somministrazione del vaccino per il Covid 19 dell’azienda AstraZeneca. Davide, fratello del noto fotoreporter Fabrizio, muore 12 giorni dopo l’inoculazione del farmaco. Secondo la famiglia, aveva iniziato ad avvertire fin da subito diversi malori, durati ad intensità crescente fino al decesso.
Dopo la morte, l’autopsia ha confermato essersi trattato di una trombosi venosa profonda, poi sfociata in emorragia cerebrale. Dopo la morte del vice sovrintendente, il fratello aveva dichiarato: “Non si può morire così, apparentemente senza un perché, e tutti abbiamo bisogno di avere delle spiegazioni e delle certezze. Bisogna fare luce sull’accaduto perché ci vuole chiarezza per tutelare la salute di tutti”. La procura di Catania aveva quindi aperto un’inchiesta per l’ipotesi di omicidio colposo.
2 anni dopo, il 12 marzo del 2023, l’udienza a Messina di fronte il Giudice per le indagini Preliminari, per decidere riguardo alla continuazione dell’inchiesta. È sempre il fratello Fabrizio Villa, insieme alla madre e alle sorelle, ad insistere perché si faccia luce sull’intera vicenda, chiedendo a più riprese che le indagini non si interrompano: “Ci auguriamo che il procedimento non venga archiviato fino a quando non si sia riusciti a chiarire come si sia arrivati all’autorizzazione su larga scala di quel vaccino”. Fabrizio quindi conclude: “Davide, prima vittima del vaccino Astra Zeneca, ha salvato con il suo sacrificio tante vite umane”.
Fanno eco al fotoreporter i legali della famiglia: “i consulenti nominati dal Pubblico Ministero hanno stabilito il nesso di causalità tra il vaccino e la morte, ma non hanno chiarito se, in base ad una pubblicazione scientifica del maggio 2007 apparsa sul Journal of Virology che metteva in risalto come i vaccini a vettore adenovirale potessero dare problemi di trombocitopenia, si sarebbe dovuto e potuto già individuare tale rischio prima della messa in commercio del vaccino, predisponendo idonei accorgimenti volti ad evitare i vari decessi”.
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