02 Marzo 2023
Fonte: LaPresse
Sciopero 8 marzo 2023 - Trasporti pubblici e scuola a rischio per una mobilitazione che potrebbe coinvolgere anche altri settori. Scopriamo le motivazioni, gli orari e le fasce garantite.
Gli scioperi proclamati dai sindacati nel settore dei trasporti pubblici locali e in quello scolastico continuano. Il prossimo si terrà mercoledì 8 marzo 2023, nel giorno della festa della donna. Le voci circolavano già da qualche tempo e ora a dare la conferma è il calendario degli scioperi in programma pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La mobilitazione riguarderà soprattutto i settori del trasporto pubblico e le scuole e durerà tutto il giorno.
Nel documento ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le mobilitazioni partiranno il 2 marzo con uno sciopero generale nazionale del personale navigante tecnico Poste Air Cargo. Questo durerà dalle ore 17 del 2 marzo alle ore 17 del 3 marzo. Nel giorno della festa della donna, ossia l'8 marzo, ci sarà uno sciopero più ampio, che riguarderà anche il settore scolastico. Per ventiquattro ore saranno a rischio i trasporti locali e i convogli regionali di Trenord, ma anche le tratte ferroviarie e autostradali.
L'agitazione riguarderà dipendenti pubblici e privati, con contratti a tempo indeterminato, determinato o anche atipici e precari. Potrebbe provocare disagi soprattutto nelle grandi città.
Ad indire lo sciopero dell'8 marzo 2023 è il sindacato Slai Cobas. Fra le motivazioni emerge soprattutto "il peggioramento della condizione generale di vita delle donne a partire dalla condizione di lavoro nel nostro Paese, che investe tutti gli altri ambiti: sociale, familiare, culturale". Proprio per questo la data scelta è quella l’8 marzo, giorno in cui si celebra la Giornata dei diritti delle donne.
La mobilitazione vuole porre l'accento soprattutto sulla situazione femminile “di lavoro non lavoro, salute e sicurezza, salario non salario, peso del lavoro di cura per la mancanza di servizi pubblici e gratuiti”. Fra i temi anche la “tragica violenza sulle donne”, che investe anche l’ambito lavorativo, e l’attacco “al diritto di libera scelta della maggioranza delle donne in tema di maternità e di aborto”.
Fra le motivazioni ci sono anche i tagli subiti da determinati settori, tra i quali spiccano quello sanitario e quello scolastico. Proprio per questo nella mobilitazione saranno coinvolti anche i dipendenti scolastici, come fa sapere il Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Per quanto riguarda il settore delle scuole, tra le motivazioni dell'agitazione spiccano i tagli e gli accorpamenti che nel corso dell’anno dovrebbero toccare centinaia di istituti. Secondo l’ultima Legge di Bilancio, sarebbero circa 700 le scuole che saranno accorpate nei prossimi anni, con conseguenti tagli del personale e dei dirigenti scolastici. I tagli sarebbero volti all’eliminazione delle reggenze attribuite ai dirigenti scolastici e al miglioramento dell’efficienza amministrativa e gestionale.
Il sindacato Usb già a fine 2022 aveva spiegato: “La gran parte degli istituti scolastici, in particolare degli istituti comprensivi, è composta da almeno tre plessi, spesso dislocati su comuni diversi con una molteplicità di problemi legati ai trasporti, alla gestione del personale da parte delle segreterie, alla costanza di rapporti con la dirigenza, oltre che alla carenza di organico docente e ATA […]. Quanti plessi dovrà gestire, così, ogni singolo dirigente scolastico? Quanto aumenterà il carico di lavoro del personale amministrativo che gestisce i lavoratori, mantenendo fermi i limiti alle supplenze, vietate quando la segreteria è composta da più di tre unità e per assenze di durata inferiore ai trenta giorni?”.
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