17 Febbraio 2023
Facebook: Giancarlo Casotti
Il 17 febbraio è una data simbolo, nella storia della cronaca italiana. Il 17 febbraio 1992, esattamente 31 anni fa cominciava la stagione di Tangentopoli, con l'arresto di Mario Chiesa, e con l'avvio dell'inchiesta in seguito denominata "Mani pulite" che travolse la Prima Repubblica. Eravamo al via di un polverone che avrebbe segnato la vita di politici e imprenditori italiani, e di un sistema corrotto tenuto fino in quel momento nascosto.
L'inchiesta che prende il nome di "Mani pulite" avrebbe anche significato la fine della "prima Repubblica". Di momenti simbolo dell'inchiesta giudiziaria ce ne sono tanti: dalla fuga di Craxi in Tunisia alla nascita del primo governo Berlusconi. Ma tutto cominciò il 17 febbraio quando l'arresto dell'allora presidente della casa di cura Pio Albergo Trivulzio di Milano ed esponente del Partito socialista italiano Mario Chiesa scoperchiò il vaso di Pandora.
Chiesa era stato colto in flagrante mentre riceveva una mazzetta da 7 milioni. Il politico sarebbe poi stato interrogato dal magistrato Antonio di Pietro, vero e proprio protagonista della stagione. Con l'inizio delle elezioni di lì a breve, l'occhio si spostò verso la figura di Bettino Craxi, leader del PSI. Quest'ultimo avrebbe rifiutato le accuse ogni tipo di condotta fraudolenta all'interno del partito, bollando l'episodio che vide Chiesa protagonista come a se stante. Nel frattempo ad inizio aprile le elezioni premiano i democristiani, seppur in calo rispetto al passato. Nacque la Lega, che lanciò l'iconico "governo ladro" verso Roma, mentre Craxi tirava dritto.
Continuano gli avvisi di garanzia e nel frattempo anche un parlamentare vicino a Craxi, Sergio Moroni, si suicida. Il leader del PSI che vede l'inchiesta allargarsi sempre di più incolpa la magistratura, rea di non svolgere un ruolo trasparente. Ma l'avviso di garanzia arriva anche per lui, il Il 15 dicembre per "la madre di tutte le tangenti", quella di Enimont. Craxi iniziò il declino che lo portò a dimettersi l'11 febbraio 1993 e che culminò con la fuga ad Hammamet, in Tunisia nel maggio 1994. Su di lui rimarranno nella storia i lanci di monete e banconote mentre usciva dall’Hotel Raphael di Roma.
Mentre aumenta la popolarità di Di Pietro, il governo presieduto da Giuliano Amato vara il Decreto Conso, che prevede la depenalizzazione del finanziamento illecito ai partito: un provvedimento che il capo dello Stato Luigi Scalfato si rifiuta di firmare. La fine del governo Amato segue l'inizio di quello guidato da Ciampi, che porterà poi alle elezioni del 1994 stravinte da Silvio Berlusconi con Forza Italia, segnando la nascita della seconda Repubblica.
A Berlusconi viene consegnato un mandato di comparizione mentre si trovava a Napoli, durante una conferenza del G7 sulla criminalità. Il suo governo consegnerà le dimissioni il 22 dicembre. Sempre nel '94 anche Antonio Di Pietro lascia la magistratura, dopo che l'organo è stato accusato di di “soprusi” nei confronti degli indagati. Il 27 ottobre 1995 arriva la sentenza di primo grado del processo Enimont che prevede quattro anni a Bettino Craxi, mentre il 12 novembre 1996 arriverà la prima condanna definitiva per l'ex leader socialista: cinque anni e sei mesi a cui ne seguirà un'altra per le tangenti legate alla MM.
Per Sergio Cusani, l'intermediario delle tangenti Enimont il 21 gennaio 1997 arriva la condanna in via definitiva a 5 anni e 10 mesi.
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