31 Gennaio 2023
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L'Organizzazione Mondiale della Sanità continua a considerare il Covid-19 come "un'emergenza di sanità pubblica", ma per Maria Rita Gismondo, virologa dell'Ospedale Sacco di Milano la decisione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
L'Oms continua a considerare il Covid-19 come "una pericolosa malattia infettiva in grado di causare danni sostanziali alla salute e ai sistemi sanitari" e quindi ritiene che sia "assolutamente necessaria un'azione di sanità pubblica a lungo termine". Così Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell'Oms, giustifica la loro classificazione del Covid come "un'emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale (Pheic)".
Nonostante anche loro stessi ritengano che "l'eliminazione di questo virus dai serbatoi umani e animali sia altamente improbabile", continuano ritenere che vi sia "necessità di migliorare la sorveglianza e la segnalazione dei ricoveri, delle terapie intensive e dei decessi".
Alcuni accusano questa sentenza di essere allarmistica e coercitiva, dettata da fini altri rispetto a quelli della salute. Fra di loro c'è Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'Ospedale Sacco di Milano.
La virologa Maria Rita Gismondo chiosa così il bollettino settimanale dell'Oms: "Credo che quella del direttore generale dell'Oms non sia prudenza, ma una strategia politica concertata". "La politica è molto complessa e in alcuni Paesi tenere alto lo stato dell'emergenza può essere un mezzo per i governi", aggiunge.
Per Gismondo studiare il virus non dovrebbe essere una questione politica. Dice: "Io credo che la situazione globale sia di attenzione, come sempre deve essere perché in qualsiasi momento può sorgere un'epidemia. Ma questa attenzione non può non tener conto della situazione reale che non è assolutamente di emergenza".
Concorda con le premesse dell'Oms, ma non sulle conclusioni: "Attendere che Covid scompaia credo sia un'utopia, mentre invitare a fare genotipizzazione e controlli è assolutamente corretto, però è corretto sempre: non è una conseguenza dell'emergenza, ma è un'azione di sorveglianza che dovremmo mantenere sempre sui virus e i batteri che circolano nel mondo".
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