01 Novembre 2022
foto presa da Ansa
Dagli ultimi accertamenti emerge con sicurezza che Liliana Resinovich è deceduta per "morte asfittica tipo spazio confinato, senza importanti legature o emorragie presenti al collo" e il decesso risalirebbe a 48-60 ore circa prima del rinvenimento del cadavere stesso. Queste sono le conclusioni dei consulenti del pm incaricati dalla Procura di Trieste.
Si hanno due dati importanti nella definizione del complesso quadro della vicenda, il momento e la causa della morte della donna. Restano però molti i pezzi mancanti, come i collegamenti temporali.
Liliana Resinovich scompare di casa, a Trieste, il 14 dicembre scorso. Il suo corpo viene poi trovato il 5 gennaio nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico del rione San Giovanni, poco distante dalla abitazione che condivideva con il marito, Sebastiano Visintin. Il salto temporale da colmare è di venti lunghi giorni. La donna aveva lasciato a casa i due telefoni cellulari e nessuno l’aveva notata nel popoloso quartiere. Le indagini partono in ritardo e forse questo ha determinato la perdita di elementi importanti, come i video di telecamere di sorveglianza.
Una delle ipotesi racconta che fosse stata uccisa ed il corpo conservato in un frigorifero, ma “il cadavere non presenta lesioni traumatiche possibili causa o concausa di morte (…) con vesti del tutto integre e normo indossati, senza chiara evidenza di azione di terzi".
La vicenda è avvolta da un alone di mistero, poiché, nonostante gli esami svolti, il quadro giudiziario sembra non avanzare di un passo. L'ipotesi del suicidio è la più accreditata. Il corpo di Liliana fu infatti trovato vestito, la testa infilata in due sacchetti di plastica da cucina, uno dentro l'altro ed il corpo in due grandi sacchi della spazzatura, uno infilato dai piedi, l'altro infilato dalla testa.
A questo punto, la Procura dovrà valutare "se le indagini preliminari possano dirsi completate o se invece siano opportune ulteriori attività onde non lasciare nulla d'intentato per fare piena luce sull'episodio". Federica Obizzi, avvocato nel team dei professionisti che assiste Sergio Resinovich, fratello di Lilly, propone la riesumazione del cadavere per ulteriori accertamenti.
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