15 Settembre 2022
Hasib Omerovich è un disabile rom sordomuto, noto per essere precipitato dalla finestra della sua abitazione a Primavalle, quartiere di Roma, il 25 luglio 2022. Il fatto è avvenuto durante una perquisizione, senza mandato, da parte delle forze dell'ordine ed è avvolto nel mistero. Nessuno sa che cosa sia accaduto nella casa prima che il ragazzo precipitasse. Secondo alcuni si sarebbe gettato volontariamente, secondo altri sarebbe caduto accidentalmente, secondo altri ancora lo avrebbero buttato giù i carabinieri. In relazione a questa vicenda, quattro agenti del commissariato Primavalle sono stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di tentato omicidio e falso.
L'unica testimone, presente prima e durante il fatto, è la sorella di Hasib, una ragazza di 31 anni con un forte ritardo mentale, secondo la quale i carabinieri avrebbero picchiato il fratello dandogli calci e pugni. Poi lo avrebbero "preso dai piedi e buttato giù" dalla finestra.
"Hasib era un ragazzo problematico - ha raccontato un ragazzo ai media -. Nel quartiere si diceva fosse molesto e nei modi lo era. A volte faceva dei versi alle ragazze". Tuttavia le voci sul carattere di Hasib sono discordanti. Secondo una donna il disabile era invece "un ragazzo veramente tranquillo. Non ha mai dato fastidio a nessuno. Scherzava sempre con me e il mio fidanzato. Era gentile, ridevamo di tante cose".
Hasib ha 36 anni, è bosniaco di etnia rom, sordomuto dalla nascita. Il 25 luglio 2022, lui è precipitato per circa dieci metri dalla finestra della sua camera, in via Girolamo Aleandro, nel quartiere Primavalle a Roma. Il referto medico, acquisito dai pm, segnala fratture alla testa, alle costole e allo sterno, una lussazione dell'omero. Poi traumi alla milza, al fegato, al torace e contusioni al polmone. Quattro carabinieri sono accusati dalla Procura capitolina di tentato omicidio e falso.
Tutti vogliono sapere che cosa sia successo davvero in quella casa e si interrogano sulla personalità di Hasib. Il giovane è affetto da una grave disabilità: è sordomuto. Secondo alcuni abitanti del quartiere lui sarebbe un ragazzo "violento e infelice". Avrebbe inoltre molestato alcune donne e ragazzine scattando foto col cellulare.
"Va bene l’integrazione - ha commentato Zeno, che vive da 35 anni al secondo piano dello stabile di Hasib - ma loro prima abitavano in un campo rom. Non erano abituati a vivere in un palazzo e a rispettare semplici regole di convivenza civile. Facevano quello che volevano senza preoccuparsi dei vicini. Litigavano, si menavano, tanto che più volte sono venuti i carabinieri. Alcuni mesi fa si sono presentate una decina di pattuglie".
"Hasib era un ragazzo problematico - dice un altro ragazzo -. Lo vedevo sempre con il carrello della spesa a rovistare nella spazzatura. Nel quartiere si diceva fosse molesto e nei modi lo era. A volte faceva dei versi alle ragazze, ma non l’ho mai visto andare oltre. Ho letto il post su Facebook nel quale una donna avvisava di stare attenti, credo avesse ragione: da lui ti potevi aspettare di tutto".
Non tutti però sono dello stesso parere. Francesca Zanellati, una giovane poco più che ventenne, ha raccontato al Corriere della Sera: "Era un ragazzo veramente tranquillo. Non ha mai dato fastidio a nessuno. Scherzava sempre con me e il mio fidanzato. Era gentile, ridevamo di tante cose". "Ci sono tante persone anziane che sanno solo lamentarsi per il minimo rumore", ha aggiunto Zanellati parlando delle voci che dipingono il giovane come molesto e irrispettoso. "Ma lui e la sua famiglia - ha concluso - erano davvero persone normali".
"Era sempre gentile - fanno sapere altri vicini - ci chiedeva a gesti una sigaretta. Qualche volte lo aiutavamo chiedendogli di aiutarci a svuotare le cantine e gli davamo qualche soldino. Faceva il robivecchi e andava a vendere quello che trovava al mercato".
"Quella domenica pomeriggio stavo parcheggiando la macchina in via Pietro Gasparri e c'era quel giovane rom che frugava nei cassonetti. Quando mia figlia di 22 anni è scesa dall'auto lui le ha fatto una foto e ce l'ha mostrata. E allora io ne ho scattata una a lui. 'Ora abbiamo anche noi una tua foto, che ci vuoi fare?' Gli ho chiesto e per tutta risposta ha fatto il gesto di toccarsi vistosamente le parti basse". Questo è quanto ha affermato una donna che il 24 luglio 2022, ossia il giorno prima dell'arrivo della polizia a casa di Hasib Omerovic, ha pubblicato sul gruppo Facebook "Sei di Primavalle se..." un post poi rimosso. "Fate attenzione - scriveva - a questa specie di essere, perché importuna tutte le ragazze bisogna prendere provvedimenti".
In un'intervista a Il Messaggero, la donna ha spiegato: "Quel ragazzo non si era limitato a rubarci una foto. Ma dopo che avevamo chiuso la macchina per dirigerci verso casa, ci ha seguito fino al portone in modo inquietante". Ha inoltre aggiunto di aver avuto molta paura "perché il portone di casa è all'interno dei lotti. Quindi bisogna percorrere un bel pezzo di strada e passare alle spalle dei palazzi per arrivare all'androne. Lui ci ha tallonate. Siamo salite su casa con il cuore in gola. Anche una vicina se n'è accorta".
La signora ha poi spiegato di aver pubblicato quel post per mettere in guardia altre persone. "Ho pensato che come è successo a noi due, in particolare a mia figlia, potesse succedere ad altre donne, adulte o ragazzine".
L'unica testimonianza del fatto è quella della sorella di Hasib, una ragazza di 31 anni affetta da un ritardo mentale. "Ho sentito suonare e ho aperto la porta - ha raccontato la giovane nell'esposto presentato in Procura - una donna con degli uomini vestiti normalmente sono entrati in casa. La donna ha chiuso la serranda della finestra del salone. Hanno chiesto i documenti di mio fratello". "Lo hanno picchiato con il bastone - ha aggiunto la sorella di Hasib - è caduto e hanno iniziato a dargli i calci, è scappato in camera e si è chiuso. Loro hanno rotto la porta, loro gli hanno dato pugni e calci, lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù".
"Io non credo alla versione della famiglia - dice però un vicino - secondo me non si è reso conto dell’altezza e si è buttato di sotto. Comunque va detta una cosa: da quando c’erano loro, qui non si stava più tranquilli. La polizia era già venuta più volte in pochi mesi".
"La testimonianza della sorella non è attendibile - afferma un residente del palazzo accanto a quello di Hasib - l’ho vista più volte. Ha un handicap molto grave. Davvero è capace di ricordare cos’è accaduto quel giorno?".
Oltre alla testimonianza della sorella, ci sarebbe anche quella di una vicina che avrebbe visto il corpo del ragazzo precipitare dalla finestra. "Stavo innaffiando le piante - ha racconta la donna chiedendo l’anonimato - guardavo in basso e ho visto quel corpo cadere nel vuoto". "Prima del fatto non ho sentito gridare - ha aggiunto - né urla né parolacce, insomma nessuna lite. Poi ho visto i poliziotti nel cortile avvicinarsi all’uomo caduto, tentavano di aiutarlo. Ho già raccontato tutto agli investigatori, non so altro, mio figlio era a casa con me ma dormiva. La mamma di Hasib mi aveva raccontato che lui e la sorella anche lei disabile sono seguiti da un assistente sociale, ma io qua non l’ho mai visto. Persone così dovrebbero essere aiutate veramente, non abbandonate in una casa popolare a Primavalle".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia