24 Agosto 2022
Fonte: lapresse.it
A sei anni dal terremoto che ha distrutto Amatrice ed altri comuni del centro Italia, in tutto 140, Il Giornale d'Italia raggiunge il sindaco di allora, Sergio Pirozzi, a cui è toccato vivere la transizione da borgo vivo in grado di ospitare d'estate migliaia di persone, a borgo fatto di macerie e di speranza nella ricostruzione. Al netto di tante promesse e di tanta volontà, chi ha fatto davvero qualcosa per Amatrice, per Accumuli e per tutti gli altri comuni coinvolti in quella tragedia che sconvolse il centro-Italia snaturando e modificando radicalmente il sistema sociale ed economico oltre all'urbanistica ridotta a cumuli di polvere? E' con commozione e e con profondo affetto che Pirozzi parla della sua terra oltre a proporre soluzioni per salvare quel che resta dell'economia di quel posto che solo oggi sta vivendo un vero inizio nella ricostruzione, benché ci sia ancora tanto da fare.
Lei come commenta la gestione statale relativamente alla soluzione fornita per i problemi che Amatrice ha riscontrato a seguito del terremoto di sei anni fa? Mi riferisco esattamente alla ricostruzione , alle proposte fatte e accolte, alla tempistica, a tutto ciò che concorre alla ricostruzione urbana e quindi al tessuto socio-economico?
Si ma questa è una domandona. Per rispondere devo dire che siamo qui e quello che abbiamo ricostruito lo abbiamo ricostruito grazie all'aiuto degli italiani. Ma grazie alla solidarietà. E non posso essere smentito su questo.
Questo è un giorno particolare perché ero il sindaco di Amatrice all'epoca e viviamo tutti con dolore questo giorno. E' chiaro che la ricostruzione è una parola grossa e prevede una serie di cose, di procedure messe in campo. Ad oggi io le dico che senza essere smentito da nessuno e qui, senza essere smentito da nessuno, che tutto ciò che c'è in piedi adesso di pubblico è opera della solidarietà degli italiani. Ad esempio il cinema auditorium, è stato ricostruito dagli italiani. Italiani e non solo.
Cosa rimpiange della vecchia Amatrice? E a chi deve dire grazie, oltre agli italiani, per quello che c'è oggi?
Una volta c'erano molte più cose, servono strutture per dopo la prima gestione commissariale siamo riusciti a ricostruire una scuola ex novo. Prima c'era la scuola provvisoria costruita in tempi record dalla delegazione del Trentino che ringrazierò sempre. In due anni abbiamo ottenuto una scuola definitiva per cui partecipò per il 60% la Ferrari del compianto Sergio Marchionne, io andai a Toronto per prendere l'assegno.
E dal pubblico cos'ha ricevuto?
Dall'altra parte c'è la Regione Lazio che ricostruirà l'Ospedale che sarà pronto forse tra due anni, quindi verrà ricostruito in otto anni.
Anche l'istituto alberghiero è importante, qui c'è l'amatriciana che poi è divenuta STG (specialità territoriale garantita) e anche questa struttura che ospitava 100 studenti e sta all'anno zero.
L'anno scorso venne il Presidente a dire che avrebbe messo la prima pietra, ma al posto della pietra c'è un cratere. Se i tempi saranno celeri ci sarà l'istituto alberghiero a nove anni dal terremoto. E quindi c'è un'Italia a due velocità.
Lei cos'avrebbe proposto per essere più celeri?
Io ho sempre detto che per le opere pubbliche strategiche si dovevano essere affrontate come per il modello Genova.
Ma cosa manca adesso da fare ad Amatrice?
Tutto. Prima c'era un ospedale, oggi un piccolo pass, una popolazione che non ha una struttura adeguata soffre. Manca il Paese. Manca proprio il Paese e questo fa male.
Cosa si aspetta che si faccia?
Io so che c'è un disegno di legge sul codice unico per la ricostruzione e io mi auguro che si faccia chiarezza che venga portata all'attenzione tante problematiche e che io potrò contribuire per portare all'attenzione in modo da fronteggiare il prossimo terremoto.
Quali sono state le sue proposte?
Io ho proposto un fondo stabile per dare l'opportunità ai possessori di abitazioni ubicati in territori sismici di metterle in sicurezza, perché più del 50% delle abitazioni sono state costruite prima del 1974, anno della prima legge sismica. Anche qui dobbiamo decidere che fare. Io credo che dare dei contributi per mettere in sicurezza le proprie case ci aiuta a mettere in sicurezza le proprie case, le vite e oltre ad evitare di consumare altro suolo pubblico.
Io questa proposta l'ho avanzata nella Dipartimento Prevenzione grandi rischi e protezione civile della Lega e l'ho inserita nel programma elettorale.
Ma riguardo al disegno di legge in discussione in Parlamento, lei cosa si aspetta?
Andrà migliorato perché ci sono troppi soggetti e competenze implicati nella ricostruzione e, in questi casi, non si favorisce la tempistica. Bisogna creare un modello standard a cui riferirsi.
Si salvano due o tre regioni in Italia dal rischio sismico.
Sì, esatto io ho fatto uno studio europeo su 17 nazioni e ci sono 80 milioni di europei che abitano il territorio sismico. Servirebbe un sistema strutturale che sia appannaggio degli stati membri, ciò che propongo per l'Italia, legandolo alla transizione verde, lo propongo anche a livello europeo. Ad ottobre sarò a Bruxelles, spero che accolgano la mia proposta.
Adesso che lei lamenta questa tempistica infinita nel ricostruire i nostri paesi, cosa ha da dire in merito alla ricostruzione Ucraina, prima discussa alla conferenza di Lugano per 705 miliardi, poi la spartizione e all'Italia sarebbe stata attribuita la ricostruzione di Donesk che è un territorio vastissimo quanto la Repubblica Cieca oltre ad essere il più difficile perché siamo nel cuore del Donbass dov'è cominciata la guerra. E dopo aver visto Mariupol e il teatro così velocemente riscostruito, ecco lei che parole spende per tutto questo, che effetto le fa?
Io ho vissuto sulla mia pelle l'importanza della solidarietà degli italiani e quindi mi auspico che chiunque soffra venga aiutato. Se cosa vuole dire Lei, ma se potessi scegliere, direi aiutiamo entrambi che è meglio, noi e loro. Però è fondamentale mettere tutto l'impegno necessario a ricostruire i nostri comuni, il nostro paese, la nostra società. Questo è fondamentale.
E sia onesto, lei dice di aver ricevuto di più in termini di solidarietà nella ricostruzione, ma gli altri comuni comunque colpiti?
Eh si, noi siamo più sotto i riflettori anche perché, ad esempio, le persone degli altri comuni gravitavano tutti intorno ad Amatrice che non è soltanto stato l'epicentro del terremoto, ma era anche il centro della vita sociale dei comuni limitrofi. Per esempio i cittadini di Campotosto, i ragazzi di quel comune che è in Abruzzo venivano a scuola ad Amatrice. Quindi Amatrice rivestiva un'importanza fondamentale, ma è chiaro che quei comuni adesso sono molto più indietro di amatrice, ci sono paesi con 600 abitanti che non registravano più nascite, quelli hanno una grande difficoltà a tornare in vita. Io però ce la metterò tutta e assicurerò che nessuno venga dimenticato.
Quindi lei ha una sorta di nostalgia per il paese che c'era?
Si.
Lei cosa si aspetta dalla Lega o da un eventuale vittoria del centrodestra?
Io in questi anni ho sempre cercato nel mio piccolo di fare in modo che si contribuisse con norme con provvedimenti a migliorare la mia terra e quella in cui vivo e verso cui ho affetto. Ho sempre avuto al mio fianco la Lega, se dal 25 settembre ci sarà al governo il centrodestra io sono convinto che tenendo conto dell'esperienza degli amministratori locali ci potrà essere un'inversione di tendenza e senza rubare niente a Nelson Mandela, noi dovremo fare in modo che non ci dovranno essere più Aquile o Aquile con meno danni. Non ci dovranno essere più Amatrice, oppure Amatrice con meno danni. Io vorrei che si lavorasse sulla prevenzione per non vedere più paesi distrutti come l'Aquila, Amatrice, Colfiorito, Avezzano.
Nessuno potrà imparare se non ha attraversato la zona rossa del dolore, lo si può fare solo imparando dalle esperienze delle donne e degli uomini, tenendo conto anche delle passioni e delle esperienze degli altri.
Non c'è stata nessuna politica con il PNRR che ha considerato risorse messe in campo?
No qualche cosa è arrivato in questi anni come fondi Pnrr. Però noi dobbiamo dare Ospedali che funzionino, fibra, connessione internet che con lo smart working è fondamentale e le persone hanno la possibilità di spostarsi in borghi dove la qualità della vita è diversa.
In questa sfilata di premier a Palazzo Chigi, ben 4 Presidenti del Consiglio e 6 governi, chi ha avuto un dialogo migliore con Lei e ha tentato di lavorare per la ricostruzione?
Io ho avuto un buon dialogo con Conte 1, con il Conte 2 assolutamente no, con Mario Draghi invece non c'è stato tantissimo. Vede a fine anno scade anche la zona franca, quindi l'esenzione delle tasse e dei contributi per cui io mi sono battuto. Ma la ricostruzione sta partendo adesso e se scadrà questo provvedimento noi chiudiamo di nuovo. Quindi mi auguro che potrà essere inserito nella legge di bilancio di dicembre 2022 per il programma del 2023.
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