06 Agosto 2022
La mancanza di CO2 per proseguire nella produzione di acqua frizzante sta dilagando ormai in molte aziende, la prima ad accusare questo problema è stata l'azienda che produce l'acqua a Sant'Anna, parliamo dell'azienda Vinadio ti ha riscontrato un decremento della produzione di acqua frizzante stimato nella misura del 30%, quindi hanno dovuto fermare le linee. Adesso il 30% delle linee sono completamente ferme come a testimoniato il patron di Fonti Vinadio, Alberto Bertone che produce l'acqua Sant'Anna appunto Bertone aveva lanciato l'allarme un mese fa e pensava che il problema si sarebbe risolto entro la fine di luglio, invece così non è stato punto come lui stesso ha dichiarato infatti:
“Ho lanciato l’allarme di mancanza di Co2 non solo in Italia, ma in tutta Europa. Per noi comporta che il 30% della produzione di acqua frizzante non la possiamo fare, per cui dobbiamo fermare delle linee. Oggi il 30% delle nostre linee sono completamente ferme“.
“Si tratta del 30% del nostro fatturato, quindi per noi è molto importante. Prima si pensava solo a un mese – ha ammesso –, adesso non vediamo la luce. Speriamo che in settembre ritorni tutto normale. In giro per l’Europa c’era ancora qualche camion, ma nell’ultimo mese non abbiamo più trovato assolutamente nulla“.
Quindi il patron della Sant’Anna di Vinadio ha ricordato quale sia concretamente il problema. “Manca la Co2 perché i costi dell’energia sono talmente aumentati che non conviene più produrla, i produttori non vendono sottocosto – ha spiegato –. Prima costava circa 2 mila euro a tonnellata, oggi siamo arrivati a 20 mila. A questi prezzi andremmo anche noi sottocosto e dovrebbe esserci un rialzo del prezzo dell’acqua frizzante sul mercato“.
Il patron di fonti Vinadio Inoltre si auspica che questo stallo non duri più di qualche settimana, perché a settembre l'azienda spera di ripartire con la produzione. Tutto dipende dai vari produttori perché ognuno estrae la CO2 in modo diverso e quindi c'è chi lo fa sottoterra, chi la ricava dall'agricoltura E chi captandola in aria, questo causa una diversità di prezzi all'interno del mercato di questa speciale materia prima. il tutto però è complicato dall'aumento dei costi energetici che sono necessari proprio per l'attività estrattiva, bloccando i costi energetici, probabilmente inserendo un Price Cup, mettendo un tetto si aggirerebbe l'ostacolo tornando ai livelli del 2019.
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