27 Gennaio 2022
Bandiere a mezz'asta per le vittime Covid, 2021 (fonte: Lapresse)
"Il 97% dei morti Covid in Italia aveva almeno una patologia pregressa": lo scrive Milena Gabanelli nel suo Dataroom pubblicato sul Corriere della sera del 27 gennaio 2022. La domanda che la giornalista si pone è: "Il numero di morti Covid in Italia è gonfiato?". La risposta è di ambigua interpretazione, sebbene i numeri aiutino a comporre un quadro della vicenda che ridimensiona di parecchio le campagne di terrore messe in atto da governo e istituzione nel corso degli ultimi due anni.
Il modo per capire se un morto conteggiato nel bollettino quotidiano può appartenere allo stesso è affidarsi alle indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità. Ovverosia deve presentare: "Tampone positivo al momento della morte, un quadro clinico compatibile con i sintomi del virus (febbre, tosse, dispnea, brividi, tremore, dolori muscolari, cefalea, mal di gola, perdita acuta di olfatto o gusto), assenza di recupero clinico tra la malattia e la morte, e assenza di una chiara causa di morte diversa dall’infezione". Ma cosa vuol dire "assenza di una chiara causa di morte diversa dall'infezione"? Vuol dire, sostanzialmente, che se una persona muore, per esempio, per suicidio o ferita d'arma da fuoco mentre è positiva, allora non potrà rientrare nel computo dei morti. Ma se ha qualche patologia pregressa, come diabete o obesità, ecco che la causa della morte viene associata all'insorgenza del virus, che ha aggravato una situazione già di per sé predisposta.
"Questa spiegazione, però, spesso non viene ritenuta convincente e porta a considerare il numero dei morti come sovrastimato. Ma quale potrebbe essere l’interesse? Per i maliziosi è una questione legata ai rimborsi" - scrive la Gabanelli. E ancora: "Il 12 agosto 2021, con effetto retroattivo, è stato riconosciuto agli ospedali un incremento tariffario massimo per ciascun episodio di ricovero superiore a un giorno di 3.713 euro per l’area medica, e di 9.697 euro per la terapia intensiva. Incrementi giustissimi visto il peso di un paziente Covid su tutta l’organizzazione ospedaliera. Certo, nessuno può escludere la tentazione di attribuire il ricovero e il decesso al Covid, anche se magari il paziente nel frattempo è guarito ed il decesso è imputabile ad altra patologia pregressa"
Altro nervo scoperto riguarda la composizione dei morti per Covid. "Dei 138.099 decessi Covid registrati dall’inizio dell’epidemia al 10 gennaio, solo 1.743 sono sotto i 50 anni (1,3%)" - riporta la Gabanelli - "sopra i 70 anni 116.840 (84,6%)". Bene ricordare che l'aspettativa di vita in Italia si attesta sugli 83,6 anni, quindi il virus ha comunque una sua forza nel terminare anzitempo vite che avrebbero avuto ancora diversi anni davanti a sé. Il dato, comunque, restituisce un'immagine diversa da quella che spesso le emozioni e le campagne di terrore promosse da governo e istituzioni vogliono promuovere.
Infine il dato più significativo. "I dati dell’Iss mostrano che chi è morto mentre aveva il Covid senza nessun’altra patologia concomitante è solo il 2,9% dei deceduti, con una patologia l’11,3%, con 2 il 17,9% e con tre o più il 67,8%", si legge. Ma comunque è necessario sottolineare che dei 51 milioni di over 18 italiani, ben 14 milioni hanno almeno una patologia cronica. Quindi il dato va letto con questa lente in mano per non rischiare di fare confusione. Rimane comunque il fatto che sono appena 4000 gli italiani dei 37 milioni con un ottimo stato di salute a essere morti a causa del virus.
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