01 Settembre 2021
Fonte: lapresse.it
Oggi, primo settembre, primo giorno di Green pass, o meglio, primo giorni di controlli a tappetto che hanno ricordato vagamente i controlli della Gestapo. Fuori dalle scuole, dai treni e dagli aeroporti, presidi ed esponenti delle Forze dell'Ordine hanno passato in rassegna il personale o i passeggeri alla ricerca del certificato verde. E chi non ce l'ha, nessuna scusa, è fuori. E chissenefrega di del diritto al Lavoro, tanto ormai l'unico diritto che conta è quello della Salute. Salute per inciso sempre tagliata e ritagliata negli ultimi anni dai vari politicanti.
Il primo caso di professori ostracizzati, esiliati, allontanati quasi di forza da scuola è arrivato da Torino. Qui, due professori del liceo Curie-Levi del capoluogo piemontese, questa mattina, si sono presentati all'istituto senza Green Pass ma forti di una certificazione medica che gli esentava dal vaccino contro il Coronavirus. Il preside, forse anche per paura di andare contro a un qualche tipo di sanzione o provvedimento - data l'enorme confusione che ancora imperversa sul tema - gli ha tenuti fuori dall'edificio.
Ai due, ora, se non presenteranno nei prossimi giorni il certificato verde verrà decurtato lo stipendio (sempre per la storia che il Lavoro, in Italia, non è più un diritto). Il dirigente, hanno spiegato i docenti, "non lo ha accettato perché non è firmato dal nostro medico curante". In pratica, ora, i due, come del resto dovranno fare tutti o quasi i cittadini italiani, dovranno correre a fare il vaccino contro il Covid, a loro rischio e pericolo.
Che però le regole del Ministero siano caotiche e piene di contraddizioni è cosa comprovata. Lo ha riferito anche la Uil. "La nota tratta del come i dirigenti scolastici dovrebbero verificare la certificazione verde COVID-19. Il punto è che alla vigilia dell'apertura ufficiale dell'anno scolastico, non sapendo ancora dare indicazioni gestionali sull'utilizzo del green passa a scuola, si limita a dare informazioni e suggerimenti", sottolinea il segretario generale Pino Turi.
E ancora: "Il problema è spostato in capo alle scuole che stanno facendo a gara per trovare procedure che limitino le responsabilità e diano una parvenza di gestione organica. La circolare è una sorta di autocertificazione di impotenza, un coacervo di contraddizioni normative. Ora bisogna uscire dal pantano in cui è stata messa la scuola. Il meccanismo standard del green pass non è adatto alla scuola, non ci sono avventori, non è una pizzeria, né un teatro, né una rete di trasporti".
Infine: "L’utilizzo dei tamponi genici, magari a basso costo come quelli salivari, con oneri a carico delle scuole (che hanno le risorse per farlo) non avrebbe risolto interamente il problema, ma almeno avrebbe avviato l'anno scolastico. Ora attendiamo di conoscere le misure del Dpcm perché l'attuale quadro normativo è inapplicabile, ingestibile. La buona volontà delle scuole (e delle persone) è la speranza del ministero per il riavvio del nuovo anno scolastico mentre servono scelte e soluzioni e non consigli".
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