10 Dicembre 2025
L'attrice e cabarettista Arianna Porcelli Safonov è attualmente in tour in tutta Italia con il suo nuovo spettacolo "Picchiamoci", uno show basato sulla demolizione del concetto di "femminismo" e di "battaglia per la parità di genere". L'artista ha infatti affermato che non servono lotte, ma collaborazione per arrivare a un "pareggio tra uomini e donne". Fra i tanti passi molto amati dal pubblico, uno è divenuto virale sui social in particolare. Porcelli Safonov ha descritto gli uomini di oggi come "formattati" e sempre "bisognosi di consenso per qualsiasi cosa".
Nel suo spettacolo “Picchiamoci: un monologo contro la parità, a favore del pareggio”, Arianna Porcelli Safonov usa la comicità come lente d’ingrandimento per smascherare le distorsioni del dibattito contemporaneo sui rapporti tra i generi. Il monologo si apre con una provocazione che è già dichiarazione d’intenti: "Il maschio, identificato, piano piano viene formattato, viene sistematicamente privato della propria facoltà di volere e di intendere". Una frase che, con tono surreale, dà il via a un crescendo di caricature appositamente esagerate.
Safonov descrive l’uomo “domesticato”, colpito non da violenza fisica ma da un lento svuotamento identitario: "Viene privato della possibilità di decidere di muoversi autonomamente per casa, di spostare oggetti senza consenso, della facoltà di mangiare fuori orario, di aprire la dispensa". Il limite estremo appare quando afferma che "nei casi più gravi gli verrà persino proibito di parlare".
La risata del pubblico diventa parte del testo, quando Safonov osserva: "E da queste risate potete intuire… non sto facendo cabaret, ma un reportage". Qui entra in gioco la sua linea artistica: denunciare attraverso l’assurdo. "Voi ci fate i lividi, ma noi vi smontiamo la personalità", dice, sottolineando il paradosso di come il potere, quando esercitato in forma tossica, annienti chiunque lo subisca.
Il ritratto finale è quello di un uomo “invertebrato”: "Diviene gerane, ma vegeta, guarda ma al posto degli occhi ha due biglie… talvolta si ricorda di un tempo remoto in cui poteva intervenire nelle conversazioni".
La forza del monologo sta tutta qui: rifiutare la guerra dei generi e difendere, con satira tagliente, l’unico equilibrio possibile — il pareggio.
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