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Mix vaccini Lazio, D'Amato: "Servono informazioni più chiare"

L'assessore alla Sanità della regione Lazio sulla seconda dose di vaccino per chi ha ricevuto la prima con AstraZeneca, "c'è chi rifiuta, obbligarli è un errore"

17 Giugno 2021

Mix vaccini Lazio, D'Amato "servono informazioni più chiare"

L'assessore alla Sanità della Regione Lazio sul mix di vaccini

È caos tra le regioni dopo che l'Aifa ha approvato il mix di vaccini anti-Covid per gli under 60, ma per l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato non ci sono dubbi: la vaccinazione mista sarà consentita, anche se "servono informazioni più chiare dal ministero". A seguito della temporanea sospensione di AstraZeneca in tutta Italia per ragioni legate agli effetti collaterali sugli under 60, le risposte delle regioni sono state scostanti e disparate. C'è chi come il Lazio si adegua alle indicazioni e chi continua a dire no al mix di vaccini; chi sospende i richiami con i farmaci a mRna al posto di AstraZeneca in attesa che arrivino garanzie di sicurezza per i lotti futuri, e chi lascia ai cittadini la possibilità di scegliere se sottoporsi o meno alla seconda dose del vaccino anglo-svedese.

Mix vaccini Lazio, D'amato: "errore obbligare chi rifiuta il mix"

Il Lazio accoglie senza esitazione la possibilità della vaccinazione eterologa. Lo conferma l'assessore alla Sanità e Integrazione socio sanitaria Alessio D'Amato che in un'intervista al Corriere della Sera ha dichiarato: "Il Lazio non vuole imboccare una strada alternativa. Siamo stati i primi a rispondere ai piani vaccinali. Ogni giorno immunizziamo circa 64 mila cittadini. Non solo siamo stati coerenti con le strategie nazionali, ma il ritmo delle somministrazioni non è rallentato neppure quando altrove gli appuntamenti saltavano per il diffondersi della paura sugli episodi di trombosi".

Rimangono però le preoccupazioni da parte dei cittadini più giovani. Come confermato dalla grande partecipazione dei ragazzi nella fascia d'età 18-30 agli Open Day vaccinali, i giovani sono tra i più inclini a desiderare l'attesa iniezione e porre fine all'incubo Covid. Tuttavia, la mancanza di una pronta risposta da parte delle istituzioni sull'impiego del mix di vaccini, unitamente alla copertura mediatica del terrore sugli effetti collaterali di AstraZeneca, ha inevitabilmente scoraggiato tantissimi under 60. A proposito degli hub vaccinali D'Amato ha riferito: "Avevamo ricevuto la rassicurazione di poter dare Vaxzevria anche ai giovani. Li abbiamo immediatamente sospesi quando sono emersi i primi sospetti sul rischio del vaccino. Ai maturandi abbiamo somministrato sempre Pfizer".

Troppi i dubbi. Scarse le garanzie. In molti preferirebbero una seconda dose di AstraZeneca piuttosto che sottoporsi al mix di vaccini. "Riceviamo fiumi di lettere da cittadini informati, di livello culturale medio alto, specie insegnanti e docenti universitari tra 50 e 60 anni, che vorrebbero non cambiare vaccino e mantenersi su Vaxzevria in quanto non sono convinti che il mix sia sicuro" racconta D'Amato. "Non si possono trascurare le loro obiezioni, sono circa il 10% dei vaccinandi. La maggior parte dei richiami è stata eseguita utilizzando PfizerBioNTech, come prescrive il ministero. Ma questi casi come li risolviamo?". La regione Lazio si attiene dunque alle direttive statali ma è preoccupata per i propri cittadini. Come lasciare la possibilità al cittadino di decidere quando dal ministero non ci sono risposte definitive?

Mix vaccini sicuro, le discrepanze tra Ministero e Aifa

Eppure il 9 giugno l'Aifa lo aveva confermato: il mix di vaccini è sicuro. Ma non solo, il presidente dell'Aifa Giorgio Palù in una dichiarazione del 14 giugno ha riferito che: "Il mix di vaccini stimola meglio il sistema immunitario". Secondo l'esperto, il mix di vaccini sarebbe inoltre più adatto a proteggere contro le varianti del Covid. "I vaccini mRna hanno dimostrato l'efficacia nell'indurre anticorpi neutralizzanti anche nei confronti delle varianti. La vaccinazione con due dosi protegge dalla forma grave di Covid-19 e in Israele, dove hanno massivamente vaccinato con Pfizer, è stato dimostrato che protegge dal contagio. E' vero che questi anticorpi perdono un po' d'efficacia, ma a diluizione superiore a 1.40 proteggono e neutralizzano le varianti" ha spiegato Palù.

Ma le regioni non sono convinte. E pretendono chiarezza. "La circolare del ministero e la determina di Aifa sono discordanti - spiega D'Amato - La prima è perentoria, la seconda è possibilista, basta leggere bene l’articolo 2: non esclude che il medico possa decidere in scienza e coscienza quale tipo di vaccino somministrare avvalendosi del meccanismo dell’off label (prescrizione non contenuta nel bugiardino). Oppure dobbiamo ricorrere all’obbligo? L’obbligo è un errore. La via più efficace è quella della persuasione. Non siamo nell’esercito dove bisogna rispettare gli ordini. A mio giudizio al primo posto va messo il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo posti, immunizzare la popolazione nel più breve tempo possibile. Meglio dare una doppia dose di Vaxzevria a chi la chiede, dietro la sottoscrizione di uno specifico consenso informato, che negare la seconda dose, azzardo oltretutto pericoloso visto che se la profilassi non viene completata c’è il rischio di essere infettati dalla variante Delta, la cosiddetta indiana. Un giorno potremmo essere accusati di non aver garantito adeguata protezione a chi, vaccinato a metà, si è preso il virus e ne ha riportato danni. E poi ci sono i diritti dei medici i quali mi chiedono come comportarsi".

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