25 Maggio 2021
Fonte: lapresse.it
Nelle ultime ore ci sarebbero stati nuovi sviluppi sulla tragedia della funivia Stresa Mottarone, in cui hanno perso la vita 14 persone. In questi casi bisogna andarci piano. Le voci, le paure e le accuse si mischiano e si confondono con le prove. Eppure, stando a quanto è emerso, il disastro potrebbe essere stato provocato da un "forchettone" che ha bloccato i freni della funivia. Per ora rimane chiaro che a essersi rotta per prima sia stata la fune traente, quella che trascina la cabina quando sale e la trattiene in discesa. E i freni non hanno funzionato, ma non si sa ancora per certo perché.
A due giorni dalla tragedia, si riscontrano nuovi sviluppi. Sabato pomeriggio, dunque meno di 24 ore prima di quanto del disastro, la funivia si sarebbe bloccata per mezz’ora e sarebbero intervenuti i tecnici. A riferirlo è stato un testimone oculare. Non si sa ancora tuttavia se esiste o meno una correlazione tra i due episodi.
Inoltre, nella giornata di ieri, lunedì 24 maggio, a Stresa si è diffusa la voce che a bloccare il funzionamento dei freni possa essere stata una dimenticanza. Un attrezzo usato per le prove a vuoto della funivia, che impedisce alle ganasce di scattare. Il suo nome è appunto "forchetta" o "forchettone". Tale strumento viene spesso inserito nei test a vuoto in modo che non scatti il freno senza nessuno dentro che lo possa ripristinare. Ebbene, potrebbe esser stato lasciato sulla funivia, causando il tutto. Per il momento, però, il suddetto "forchettone" non è ancora stato rinvenuto sul carrello della funivia.
Necessario fare luce sulla dinamica e sui perché della tragedia: per questo già da stamattina è al lavoro un tavolo tecnico al Palacongressi di Stresa. Saranno presenti il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini e il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso e l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti e alla Protezione Civile Marco Gabusi, oltre al prefetto di Verbania Angelo Sidoti.
Oltre alla rottura del cavo, l'inchiesta della Procura di Verbania dovrà stabilire perché non abbia funzionato il freno di emergenza della cabina precipitata dalla funivia dello Stresa-Mottarone. "Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema” ha detto il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini, “la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza”.
“Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato". La mancata attivazione del freno, ha spiega, "ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno".
56 anni, imprenditore locale, di Baveno, paese sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, ecco chi è Luigi (Gigi) Nerini, gestore della società che ha in gestione la Funivia del Mottarone. La società si chiama Ferrovie del Mottarone ed è al 100% di proprietà appunto di Luigi, chiamato Gigi da amici e conoscenti Nerini.
Come ha riportato il Corriere della Sera, i bilanci degli ultimi anni hanno segnato risultati molto soddisfacenti con fatturati stabili intorno a 1,7-1,8 milioni (l'ultimo noto è quello del 2019) e utili in crescita da 200mila fino a 440mila euro. I debiti sono complessivamente pari a 2,6 milioni. Almeno fino a ieri, domenica 23 dicembre, giorno della tragedia, le cifre, anche i debiti, risultavano del tutto compatibili con un’azienda che realizza un utile pari a oltre il 20% del fatturato.
Nerini prende un compenso di 96 mila euro dalla sua società e ha in concessione la funivia dal Comune di Stresa fino al 2028, riporta sempre il Corriere della Sera. Il Comune, che eroga un contributo annuo intorno ai 130mila euro, ha incamerato due fideiussioni dall'imprenditore per poco più di 100mila euro. Il numero dei dipendenti, come spesso accade per le aziende che vivono di turismo, cambia di mese in mese. Si va da un massimo di 18 tra maggio e agosto al minimo di 8 a novembre. I turisti pagano 20 euro il biglietto di andata e ritorno.
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