14 Maggio 2021
Non sono di Emanuela Orlandi le ossa rinvenute nel cimitero Teutonico: a chiudere definitivamente la pista, come riferito da Adnkronos, le analisi disposte dalla famiglia che hanno consentito di datare i frammenti ossei ad un’epoca, comunque, successiva al 1900.
Emanuela Orlandi: le ossa al cimitero teutonico non sono le sue
"Le analisi relative alla datazione delle ossa rinvenute nell'ossario attiguo al cimitero Teutonico, eseguite dal laboratorio Cedad dell'Università del Salento, hanno evidenziato l'esistenza di alcuni frammenti ossei databili negli anni successivi al 1900”, dichiara l'avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia della giovane cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983.
“Al fine di approfondire con le migliori metodologie scientifiche possibili, il genetista Giorgio Portera, nostro consulente di parte, ha quindi eseguito accertamenti di genetica forense su parte dei residui ossei presso il laboratorio di genetica forense del TomaLab di Busto Arsizio. Tutti gli accertamenti scientifici eseguiti sui residui, comprese le analisi genetiche sui frammenti ossei molto più recenti e collocabili negli anni successivi al 1900, hanno escluso la presenza di tessuti biologici appartenenti ad Emanuela Orlandi" ha ribadito il legale della famiglia della ragazzina.
"Finalmente abbiamo dei risultati certi sui reperti ossei raggiunti con metodi scientifici. Restano, tuttavia, ancora delle domande senza risposta. Perché la 'tomba dell'angelo', segnalataci come luogo di sepoltura di Emanuela, e quella attigua sono risultate vuote? E per quale motivo è stata costruita in tempi recenti una camera sottostante alle tombe di cui, nonostante le nostre richieste, non ci è stata fornita la documentazione?".
"Mi auguro che in uno spirito di onesta collaborazione Papa Francesco possa finalmente prendere una posizione netta su questa vicenda e consentirci di avere accesso alla documentazione sul rapimento di Emanuela che sappiamo esistente ma che finora ci è stata negata dalla Santa Sede" è stato il commento di Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela.
Emanuela Orlandi scompare attorno alle 19 del 22 giugno, dopo essere uscita da una scuola di musica. La ragazza è la figlia quindicenne di un messo della prefettura della Casa pontificia ed è cittadina del Vaticano. A maggio era già scomparsa un'altra ragazza romana, Mirella Gregori, coetanea di Emanuela, e i due casi vengono quasi subito collegati.
Tornando al caso di Emanuela, quella che sembrava la comune scomparsa di una adolescente si trasforma in un 'giallo' internazionale che coinvolge in pieno la Santa Sede. Il presunto rapimento finisce infatti per intrecciarsi anche con l'attentato di Ali Agca contro Wojtyla. Il Papa interviene con diversi appelli. La presenza di Emanuela Orlandi, negli anni, è poi segnalata in diverse località ma le rivelazioni non risultano mai attendibili.
Priva di elementi, la prima inchiesta viene chiusa nel luglio 1997. Poi la banda della Magliana, che spesso era stata tirata in ballo nella vicenda, rientra in primo piano a giugno 2008 con le dichiarazioni di Sabrina Minardi, compagna di Enrico De Pedis, uno dei capi della banda. Emanuela Orlandi sarebbe stata uccisa dopo essere stata tenuta prigioniera nei sotterranei di un palazzo vicino all'Ospedale San Camillo. Ma neanche su questa pista emergono prove concrete. Niente neanche dopo le analisi svolte sulle ossa rinvenute nella cripta di Sant'Apollinare, a Roma, nella quale era stato seppellito De Pedis. Nel 2016 l'archiviazione dell'inchiesta da parte della Procura di Roma, confermata dalla Cassazione.
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