19 Aprile 2021
Scuola (fonte foto Lapresse)
Mentre si attende il 26 aprile per vedere finalmente la riapertura di scuole e attività, il governo mette a punto un piano per il ritorno in sicurezza sui banchi. Sul tavolo di discussione ci sono diverse tematiche: dagli ingressi scaglionati, ai test salivari a tappeto, fino agli scrutini anticipati. Rimane però il nodo sui mezzi di trasporto, che continuano a rappresentare un problema.
Il Governo pensa a un piano per la riaperture delle scuole e secondo quanto si apprende da voci a Palazzo Chigi, sembra che il Ministero dell’Istruzione stia mettendo a punto un elenco di regole da rispettare in tutte le scuole, da Nord a Sud Italia. In particolare le linee-guida al vaglio degli esperti sarebbero le seguenti:
Il nodo cruciale riguarderebbe però i trasporti pubblici. Considerati il vero punto debole delle riaperture previste per il 26 aprile, i mezzi non sono ovunque ugualmente efficienti. Per fare allora il punto su come organizzare la mobilità pubblica, il ministro dei Trasporti Enrico Giovannini ha fissato per questa settimana una riunione con gli enti locali.
Intanto però c’è chi si lamenta della situazione: A Il Gazzettino Elisa De Berti, vice presidente della Regione Veneto lancia l’allarme: “Sarà un caos in tutta Italia, tornare in classe così è un follia. Nessuno osi dare la colpa alla Regione. Letteralmente impossibile portare i ragazzi a scuola al 100% in presenza con il 50% di capienza dei trasporti pubblici”.
“Non solo – continua De Berti – è impossibile, ma è da folli anche solo pensarlo. Oggi ho tutti gli autobus dispiegati nelle ore di punta e 500 autobus in più per garantire a 75mila ragazzi di andare a scuola. Non solo. I bus privati – conclude infine la vice presidente del Veneto – non hanno i posti in piedi omologati, significa che possono utilizzarli solo la metà”.
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