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Prodotti alternativi al fumo, il report dello SCHEER slitta a metà aprile

Il report sulle sigarette elettroniche del comitato scientifico su Salute, ambiente e rischi emergenti atteso per gli inizi di marzo, slitta al mese di aprile

26 Marzo 2021

Prodotti alternativi al fumo, il report dello SCHEER slitta a metà aprile

Sigaretta elettronica (Pixabay)

Sigarette elettroniche, slitta a metà aprile il rapporto definitivo della SCHEER

Slitta a metà aprile il report sulle sigarette elettroniche del comitato scientifico su Salute, ambiente e rischi emergenti atteso per gli inizi di marzo. Come sottolinea l’esecutivo dell’UE, il comitato SCHEER dovrà tenere conto dell’indirizzo europeo rispetto ai prodotti alternativi alle sigarette tradizionali e valutare il bisogno di misure legislative a riguardo. La questione dovrà essere chiarita prima di due incontri decisivi che avverranno nel 2021: la direttiva sui prodotti del tabacco e quella sulle accise del tabacco.

Una posizione preliminare sulle sigarette elettroniche era già stata presa dalla SCHEER il 23 settembre 2020 identificando questi prodotti come a rischio ridotto rispetto alle sigarette tradizionali. Tale posizione era stata criticata da parte del mondo medico-scientifico non considerando l’importante e fondamentale ruolo che i prodotti alternativi possono avere per eliminare le sigarette convenzionali.

Un confronto che si inserisce nel quadro dell’Europe’s Beating Cancer Plan, strategia adottata dalla Commissione UE per ridurre il numero di morti per cancro. Gli obiettivi del piano prevedono l’abbattimento della percentuale dei fumatori europei e la creazione di una “generazione zero tabacco”. Ma il dibattito si accende sulla questione della regolamentazione dei prodotti alternativi alle sigarette e principalmente sul fatto che la strategia comunitaria non sembra prendere in considerazione l’effettiva ed evidente riduzione del danno. Nel report preliminare dello SCHEER e nelle proposte della Commissione per la lotta contro il cancro, le sigarette classiche vengono equiparate ai prodotti senza combustione.

Sigarette elettroniche, la situazione in Italia 

Nel Libro Blu 2019 dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è emerso che le sigarette tradizionali sono in calo del 6,8 % in Italia, senza tuttavia provocare una variazione del gettito complessivo. Tuttavia, se il contesto normativo riconosce un ruolo all'innovazione dei prodotti alternativi tramite un trattamento fiscale specifico, le autorità sanitarie italiane, rispetto
alla FDA statunitense, non riconoscono la sigaretta elettronica o il tabacco riscaldato come prodotti a danno ridotto.
La strategia del Ministero della Salute ha così ribadito che “l’unica strategia perseguibile è la disassuefazione totale dal fumo e dal consumo di altri prodotti del tabacco”.Ma a quei fumatori che non riescono a smettere quale scelta viene offerta?
Sono infatti arrivate critiche sulla posizione italiana, come su quella europea.

“Dopo tutte le evidenze scientifiche, non solo è grave considerare la sigaretta elettronica marginale nella lotta al fumo”, ha attaccato Umberto Roccatti, presidente dell’associazione nazionale Produttori fumo elettronico (ANAFE), “ma è ancora più assurdo che siano paragonate al fumo tradizionale, che causa quasi un terzo dei casi di cancro in Europa”.

Fabio Beatrice, professore presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino e fondatore del Centro Anti-Fumo dell’ospedale San Giovanni di Torino, ha sottolineato come “ridurre significativamente il numero di morti per tumore con una stretta su sigarette elettroniche e tabacco riscaldato è utopistico e irrealizzabile“.

Secondo il professor Beatrice, “bisogna assicurare proposte ricevibili“, come l’utilizzo di strumenti che “hanno la caratteristica di ridurre i prodotti della combustione, i veri artefici del danno da tabagismo”.

Anche tra i membri italiani del Parlamento Europeo si sono levate voci di disappunto rispetto al piano della Commissione UE.
“È necessario avviare un dibattito che favorisca l’adozione di un rigoroso approccio scientifico da parte delle istituzioni europee”, ha dichiarato l’europarlamentare di Forza Italia Aldo Patriciello (PPE), membro della commissione per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento UE. “La riduzione del danno deve essere riconosciuta come strumento di contrasto al fumo“, con una specifica “regolamentazione e fiscalità dei prodotti a potenziale rischio ridotto, come sigarette elettronica e tabacco riscaldato”.

“A essere veramente dannosa per il fumatore è tutta la parte di sottoprodotti cancerogeni della combustione”, che “viene eliminata dai sistemi alternativi”. Di fatto, “chi passa dalla sigaretta tradizionale a questi sistemi riceve nicotina“,
la sostanza che crea dipendenza, “ma non tutto quello che si genera con la combustione del tabacco e della carta“ un aspetto “molto positivo dal punto di vista del cancro al polmone”, sostiene invece Pietro Fiocchi (ECR), membro della commissione speciale sulla lotta contro il cancro.

Sigarette elettroniche, la posizione di Gran Bretagna e USA

L’agenzia di consulenza e ricerca del Dipartimento della sanità e dell’assistenza sociale del governo Britannico (PHE – Public Health England), ha invece un'opinione molto diversa: le sigarette elettroniche sarebbero infatti del 95% meno dannose rispetto al fumo secondo una recensione dei ricercatori del King’s College di Londra.
Il principio di riduzione del danno è molto sentito in Gran Bretagna, tanto da essere utilizzato come vera e propria arma contro il fumo tradizionale: "Il fumo è ancora la principale causa prevenibile di morte prematura e malattie. La cosa migliore che un fumatore può fare è smettere di fumare completamente, e le prove dimostrano che lo svapo è uno degli aiuti per smettere più efficaci disponibili, dal momento che aiuta circa 50.000 fumatori l'anno a smettere.” , sostiene John Newton, Direttore Health Improvement del PHE.

Negli Stati Uniti la FDA (Food and Drug Administration ha inoltro riconosciuto il valore della riduzione del danno compiendo un passo storico: dal 2020 il tabacco riscaldato e lo Snus riportano l'indicazione di “Prodotti del Tabacco a Rischio Modificato”

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