11 Marzo 2021
Sergio Mattarella (fonte LaPresse)
La Digos ha effettuato perquisizioni in varie città d’Italia nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma sulle minacce di morte e gli insulti via social contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’indagine, coordinata dal Procuratore di Roma Michele Prestipino, ipotizza il reato di offesa all’onore e al prestigio del capo dello Stato.
"Armiamoci e andiamo ad ammazzare quel figlio di Troia", "ti auguro di morire male", "non vedo l'ora che ci sia il tuo funerale", "pezzo di m. ti voglio vedere morto": ecco alcune delle minacce rivolte al capo dello Stato che circolano sul web e che sarebbero alla base dell'inchiesta condotta dalla Procura di Roma.
Un'indagine per reati perseguibili d'ufficio e che ha portato la magistratura a muoversi senza la necessità di una denuncia, con un'azione resasi necessaria vista la pesantezza e la gravità dei contenuti dei messaggi circolati sui social: non semplici critiche magari accompagnate da offese, ma auspici di morte per il presidente della Repubblica che non potevano non richiedere l'apertura dell'inchiesta per l'individuazione degli autori di tali attacchi.
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