03 Febbraio 2023
Panettone (fonte foto Pixabay)
Il 3 febbraio è il giorno di San Biagio di Sebaste e nella tradizione milanese si manga il panettone avanzato a Natale. Scopriamo perché e chi è il Santo.
"San Biàs el benedis la gola e èl nas", San Biagio benedice la gola e il naso. Questo è un detto tipico della tradizione lombarda che vuole che, la mattina del 3 febbraio, si mangi a colazione una fetta di panettone avanzato dal Natale. Quello che conta è che il panettone sia stato benedetto.
La leggenda narra che questa pratica consenta di avere effetti benefici simili, se non addirittura migliori, a quelli dei medicinali contro i malanni di stagione. San Biagio infatti è considerato il protettore della gola, la prima parte del corpo ad essere colpita in caso di raffreddore e influenza. Dietro a questa tradizione meneghina si nascondono però le gesta del golosissimo frate Desiderio.
L'usanza di mangiare il panettone raffermo la mattina del 3 febbraio, giorno di San Biagio da Sebaste, nasce a Milano, la patria di questo dolce. Secondo una leggenda contadina tutto sarebbe partito da un frate di nome Desiderio. Lui era piuttosto goloso e, secondo i racconti, un giorno una signora gli portò il panettone da benedire poco prima delle feste di Natale ma, anziché andare a ritirarlo per tempo, se ne dimenticò reclamandolo proprio il 3 febbraio. Sentendo bussare alla porta, però, Desiderio si sentì mancare. Dopo averlo benedetto, il frate si era mangiato tutto il prelibato dolce.
Mortificato, si è avvicinato alla donna consegnandole l'involucro ormai vuoto, ma con gran gioia scoprì che il panettone era magicamente ricomparso intonso. Il miracolo venne subito attribuito a San Biagio.
San Biagio di Sebaste è stato un medico e vescovo armeno vissuto tra il III e il IV secolo in Asia Minore. Fu imprigionato dai Romani, torturato con i pettini di ferro usati per cardare la lana e condotto al patibolo a causa della sua fede cristiana. La leggenda narra che, poco prima dell'esecuzione, una donna gli chiese di salvare il figlio che stava soffocando a causa di una lisca di pesce conficcata in gola. San Biagio gli diede una grossa mollica di pane che lo aiutò a mandare giù il corpo estraneo, salvando così la vita al giovane. Oltre ad essere considerato il protettore della gola, San Biagio è anche il patrono dei cardatori di lana, degli animali e delle attività agricole.
In onore del Santo, in una guglia del Duomo situata nel primo ordine del camminamento nord, verso corso Vittorio Emanuele, c'è una sua statua. Nella Chiesa di San Lorenzo a Brescia, inoltre, sono custoditi alcuni denti e un osso del Santo in un reliquiario.
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