17 Settembre 2025
Dite la verità: chi non ha sognato, almeno una volta, di partire con un’avventurosa spedizione archeologica e scoprire tenebrose piramidi stracolme di gioielli, decifrando arcani geroglifici, sventando antichissimi anatemi e magari schioccando pure la frusta come Indiana Jones, con tutte le donne che gli cascano ai piedi…
Beh, senza scomodare George Lucas e Steven Spielberg, adesso si potranno vivere comodamente le stesse emozioni visitando a Roma la fantasmagorica rassegna “Tesori dei Faraoni” presso le Scuderie del Quirinale, in programma dal 24 ottobre al 3 maggio.
La mostra promette numeri da capogiro, dalle migliaia di biglietti già acquistati nella sola fase di prevendita ai preziosi manufatti che giungeranno dai musei del Cairo, di Luxor, di Torino, molti presentati al pubblico per la prima volta. Un palcoscenico eccezionale, suddiviso in sei sezioni, per una civiltà dalle caratteristiche uniche: incredibile splendore artistico, rapporto arcano con l’aldilà, scoperte sensazionali di tombe avvolte nelle più inquietanti superstizioni.
Tra le spettacolari statue di Ramses VI e Thutmose III, sarcofagi finemente decorati e raffinata oreficeria, spiccherà la sfarzosa maschera d’oro del faraone Amenemope - una vera sciccheria, e pensare che lui, dicono, amava ripetere “meglio un pezzo di pane con il cuore gioioso che la ricchezza con l’anima triste”…
E un’altra star sarà la rarissima “collana delle mosche” di Ahhotep. Chi era costei? A dispetto del suo nome che significa “La luna è in pace”, fu probabilmente una regina guerriera perché l’ornamento veniva concesso a chi si distingueva in battaglia, e nella sua sepoltura, riesumata nel 1859, furono ritrovati pugnali, spade, un bracciale da arciere e una sontuosa ascia cerimoniale.
Naturalmente nel bagaglio funebre di Ahhotep c’erano anche monili in oro, argento, turchesi, lapislazzuli, molto belli, forse troppo…infatti, esibiti a Parigi per l’Esposizione Universale del 1867, attirarono l’attenzione di Eugenia, moglie di Napoleone III. L’imperatrice pretendeva di farseli regalare, così, come se niente fosse, e solo la fermezza dell’illustre archeologo Auguste Mariette permise al tesoro di rientrare sano e salvo in Egitto - è appena il caso di dirlo, l’imperatore non gli perdonò mai lo ‘sgarbo’ fatto alla consorte…
Mariette - fondatore del Museo del Cairo e autore di una novella di argomento egizio che fu poi musicata da Giuseppe Verdi diventando l’immortale “Aida” - diceva che se l’egittologia ti entra nel sangue non ti lascia più, e si resta egittologi per tutta la vita. E diceva bene visto che quest’anno l’Egitto-mania sembra dilagare per ogni dove.
A Ragusa è visitabile fino al 26 ottobre l'esposizione “Gli Egizi e i doni del Nilo” nel Palazzo Garofalo-Museo della Cattedrale: evento di portata internazionale che indaga la loro società, religione, pittura, scultura, architettura, con intriganti itinerari sulla vita quotidiana - come si vestivano quei lontanissimi personaggi? cosa mangiavano? che mestieri esercitavano? - e coinvolgenti laboratori dove grandi e piccoli si sfideranno per decifrare disegni, simboli e geroglifici.
Il Museo Egizio di Torino, il più antico del mondo e secondo per importanza soltanto a quello del Cairo, non resta certo a guardare. Nella sua atmosfera silenziosa e rarefatta si attraversa un arco temporale di 4 millenni tra 12.000 oggetti esposti, 2 km e mezzo di percorso e infinite curiosità, compreso un papiro che parla del primo sciopero della storia…
Il Museo ha appena riaperto la “Sala di Iti e Neferu” e la “Saletta della Principessa Ahmose” - nel riallestimento brillano i calzari restaurati della gentildonna tra dipinti riposizionati, nuove didascalie, apparati grafici, ricostruzioni visive - e si sbizzarrisce con accattivanti appuntamenti come l’inedita visita serale per disegnare i propri reperti preferiti (il 27 settembre) o il concerto per arpa nella maestosa Galleria dei Re con musica barocca e contemporanea (il 28 settembre).
Non mancano aperitivi da prenotare a porte chiuse, workshop tematici, visite mattutine che si concludono con la prima colazione “Good morning egizio” nell’annessa caffetteria, visite per bambini guidati dalle simpatiche ‘mummie’ della “Banda delle Bende”.
D’altronde in tutta Italia i musei dedicati all’avvincente Egitto sono tanti e non c’è che l’imbarazzo della scelta, da quelli più noti a quelli un po’ appartati, comunque tutti perfetti per un weekend nelle miti temperature autunnali.
A Firenze, per esempio, non perdetevi il prestigioso reparto di egittologia del Museo Archeologico Nazionale: per rilevanza segue immediatamente l’esposizione torinese e vanta rarità come il famoso “calice a bocca quadrata” della XX dinastia, deliziosamente smaltato in azzurro, di cui esistono soltanto due esemplari al mondo.
Nel Castello Sforzesco di Milano andate a scovare il settore dedicato alla scrittura egizia con i cartigli che racchiudevano i nomi dei faraoni e gli imperscrutabili libri con formule magico-rituali che accompagnavano i defunti nell’oltretomba.
E a Roma scoprite l’Accademia d’Egitto, poco conosciuta e celata nel verde rigoglioso di Villa Borghese: ospita la mostra permanente gratuita “La misteriosa scoperta della Tomba di Tutankhamon” e fa rivivere il pathos del più sorprendente episodio dell’archeologia mondiale.
“Can you see anything? Yes, wonderful things!” (“Riesci a vedere qualcosa? Sì, cose meravigliose!”): fu questo il celebre scambio di battute tra l’archeologo Howard Carter e il suo committente Lord Carnarvon nel 1922 quando lo sfarzo del corredo funerario di Tutankhamon si svelò ai loro occhi increduli, dando il via alla leggenda sulla mummia che puniva chiunque profanasse il suo sonno e alla maledizione forse più nota del pianeta - un negromante sostenne perfino di aver trovato una stele che recitava “siano disseccate le mani alzate contro di me”, e ci credeva anche Sir Arthur Conan Doyle, sempre irretito da spiriti e fenomeni paranormali quando non s’ingolfava nelle avventure di Sherlock Holmes.
Con tali premesse, questo giovanissimo faraone di appena 9 anni ha sempre alimentato innumerevoli film e romanzi, e a novembre sarà il protagonista nell’apertura completa e definitiva del nuovissimo GEM al Cairo: il più grande museo egizio in assoluto, 100.000 reperti per 500.000 metri quadri di superficie, e il tesoro di Tutankhamon ad attirare irresistibilmente gli sguardi di tutti in un padiglione a parte, con un'intera sala dedicata soltanto alla sua strepitosa maschera dall’espressione “triste ma tranquilla”, come annotò Carter nel suo diario.
Insomma, la seduzione esercitata dall’antico Egitto è intramontabile e continua a stregare la società contemporanea. Quali segreti si nascondono ancora dietro quelle loro immagini dagli occhi allungati, oscuri, imperturbabili…? Probabilmente non lo sapremo mai. Ma è proprio questo, il loro fascino.
Di Carla Di Domenico
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