07 Novembre 2023
Nebulose, stelle, galassie: l’Esa ha presentato le prime 5 spettacolari immagini scientifiche del telescopio Euclid, lanciato nello spazio il primo luglio. Miriadi di galassie sconosciute e lontanissime, un gigantesco ammasso di stelle catturato in un colpo d'occhio come non era mai accaduto, culle di pianeti viste penetrando la cortina di polveri che le nasconde: sono le istantanee dell’universo come nessuno lo ha mai visto. Le immagini sono ancora un test, ma contengono le tracce della materia e dell'energia oscure che occupano il 95% del cosmo e che Euclid dovrà aiutare a conoscere. A questa missione da 1,4 miliardi di euro, l’Italia collabora in modo importante.
Le cinque foto scientifiche, dopo le prime immagini di Euclid diffuse a inizio agosto, sono solo un assaggio perché dal telescopio spaziale Euclid “si attendono risultati sorprendenti”, commenta Giuseppe Racca, responsabile della missione per l'Agenzia spaziale europea. “Le cinque immagini sono state selezionate fra le circa 4mila finora arrivate e sono più di 30mila quelle attese nei sei anni di vita operativa del telescopio spaziale”, sottolinea.
Delle immagini presentate dall’Esa, “quella dell’ammasso del Perseo è la più rappresentativa del lavoro che farà Euclid. L’ammasso contiene infatti circa 1.000 galassie, che si vedono in primo piano, ma l'immagine ad alta risoluzione sullo sfondo mostra altre 100mila galassie, delle quali 50mila hanno caratteristiche tali da poter essere misurate, per esempio la distorsione che hanno subito, per vedere quanta materia oscura c'è tra quella galassia e noi”.
Ci sono poi immagini, come quella della nebulosa Testa di cavallo, culla di stelle e pianeti, che sono una dimostrazione della “capacità di Euclid di poter fare scoperte in moltissimi campi dell’astronomia, e non solo per la cosmologia per cui questa macchina è stata progettata”, aggiunge Racca. “Dal punto di vista cosmologico, energia oscura e materia oscure sono congetture, quindi verificarle sarà una scoperta, che le si confermi o meno. Dopo una serie di calibrazioni, a fine gennaio si prevede di iniziare le osservazioni vere e proprie, setacciando a tappeto tutto l’universo fuori dalla nostra galassia”.
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