06 Giugno 2025
Jack Vettriano, artista scozzese neorealista dalla vastissima popolarità, è morto a Nizza all'età di 73 anni. È stato trovato senza vita nella sua abitazione il 1° marzo. Da diversi mesi (si è aperta il 26 febbraio) Palazzo Pallavicini a Bologna gli dedica la prima retrospettiva italiana, realizzata in collaborazione con lo stesso Vettriano, in cui sono presentate una settantina di opere.
Biografia: Jack Vettriano, nato in una piccola città scozzese da una famiglia di origini italiane, ha iniziato a lavorare fin da giovane per aiutare economicamente i suoi cari. Solo all'età di ventuno anni si è avvicinato alla pittura, da autodidatta, dopo aver ricevuto in dono un set di acquerelli e pennelli. Passati quasi quindici anni, è riuscito a entrare nel circuito dell’arte professionale e, al debutto della sua prima mostra, entrambi i quadri esposti sono stati venduti il primo giorno, segnando l'inizio della sua carriera di successo.
Le sue opere si distinguono per un richiamo allo stile noir, spesso caratterizzate da temi romantici e figure nude in evidenza. Il suo tratto distintivo, capace di creare atmosfere sensuali e scenari teatrali, ha conquistato il pubblico fin dalla sua prima esposizione nel 1988 presso la Royal Scottish Academy. Da allora l'interesse nei suoi confronti è cresciuto costantemente, tanto che nel 2004 la Regina Elisabetta gli ha conferito l’onorificenza dell’OBE per il suo contributo alle arti visive.
Mostra: Le Sali eleganti del Palazzo Pallavicini in centro a Bologna fanno da perfetto sfondo alle opere sensuali e malinconiche di Jack Vettriano, artista scozzese tra i più amati dal pubblico a ed estero.
La mostra è organizzata e realizzata da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci della Pallavicini s.r.l., con la collaborazione dell’Artista e curatela della Dott.ssa Francesca Bogliolo.
La mostra sembra seguire un fil rouge misterioso con sottofondo jazz, la musica pensata da Vettriano per dipingere: la penna è rapida, scandita, sincera, immediata, realistica.
Integrare le varie parti dell’animo umano è per Vettriano un atto spontaneo e istintivo che passa attraverso una grande partecipazione visiva.
Nell sue opere luce e oscurità si alternano, la presenza convive con l’assenza (e in questo ci ricorda molto Edward Hopper, un grande rappresentante della solitudine), l’amore con la desolazione, la bellezza con la fugacità ed il mistero: i livelli di interpretazione sono tanti, ma come per un film dalle tinte noir, sarà il pubblico a decretarne il significato più intimo.
La passione è sempre misurata, le opere sono sensuali, erotiche ma non volgari, sebbene la tensione sia palpabile: impossibile non riconoscersi in quei momenti universali catturati minuziosamente dall’occhio del pittore.
Le atmosfere rarefatte lasciano trasparire un costante fascino per i vestiti eleganti delle donne e e per gli abiti degli uomini, per i dettagli raffiguranti tacchi, rossetti, cappelli, fiori e soprattutto per la danza: il più celebre dei suoi dipinti, “The Singler butler’’ è il manifesto della passione viscerale del pittore nei confronti del ballo, anche immagine allegoria dell’esistenza stessa, così preziosa da dover essere danzata fino all’ultimo battito.
Percorrendo le sale della mostra sembra di immergersi in una visione cinematografica, dove la realtà sembra confondersi col sogno.
Quel che colpisce delle opere di Vettriano è anche l’elogio sottile alla solitudine, non intesa necessariamente in senso negativo, ma come momento cruciale e carico di attesa e di una meraviglia sempre nuova.
L’amore, come l’amicizia, rimane sotteso, intuito ma raramente manifestato con il trasporto: la compostezza e l’eleganza sottendono ogni relazione, fatte di gesti accennati, di sguardi complici e di vicinanza.
Forte è il senso di pudore dell’artista, che volutamente non vuole interferire con le vicende private dei suoi protagonisti, liberi di esercitare un arbitrio del tutto soggettivo.
L’emozione si fa palpabile, lo stile realistico, l’immaginazione restituisce alla vita infiniti spazi di possibilità.
L’ambientazione hollywoodiana che fa da sfondo a molti dei suoi quadri è un palcoscenico dove mettere in scena due tra i suoi temi principali: l’esaltazione della bellezza femminile e il racconto dell’amore romantico. Quest’ultimo è inserito sempre all’interno della cultura pop, rendendo facile allo spettatore un processo di immedesimazione – oltre che di osservazione – nelle sue opere.
Un dipinto mi colpisce molto regalandomi un senso di dolce benessere: "Night Time Rituals’’, dove la protagonista del dipinto è una donna sola, assorta, distesa in una vasca da bagno illuminata vagamente da una luce tenue, con in mano un calice e nell'altra mano una sigaretta accesa.
La donna è in un momento intimo molto confortevole, esprime sollievo e fa anche sollevare domande irrisolte: sarà realmente spensierata o sarà nel bel mezzo di un turbinio di pensieri difficili?
La donna si isola dalla dinamicità esterna, concedendosi di interrogarsi sulla propria esistenza, come avrebbe detto Virginia Woolf, "senza fretta, senza scintille, senza dover essere altro che sé stessi’’.
Ancora una volta, la solitudine è il cardine primario della scena.
Se avete voglia di stile ed eleganza senza tempo, di rincuorare la vostra malinconia o semplicemente di arrichirvi di bellezza, non dovete perdervi questa preziosa mostra.
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