Fuorisalone 2025, come scoprire le nuove tendenze. Il fil rouge tra Louis Vuitton, Hermés, Forte Arte e Corrado Luxury.
Dove andare e cosa mi sono persa...
1003 eventi cosi’ declamavano vademecum e guide . E’ li che per una settimana batte il cuore creativo del mondo. Da Piazza Gaetano Gaulenti a Porta Venezia, da Isola Design Festival alla Fabbrica del Vapore.
Milano si é fatta palcoscenico di una creatività dove Louis Vuitton é diventato maitre assoluto: in poco piu’ di 10 anni sono riusciti a imporre il loro brand di lusso di Objects Nomades. Accolti da un calciobalilla sottomarino con le gambe di squame di pelle di coccodrillo, un “corpo” di intrecci di pellami e “incrostazioni" madreperlacee, dove si fronteggiano due squadre di sirene. Pezzo unico disegnato dallo studio Campana del valore di 250mila euro. La Maison continua il tema del gioco e lo coniuga anche con un flipper specchiato, con il tavolo da gioco per gli scacchi e per il mahjong, una sorta di dama cinese. E’ da incanto il mobile/ caleidoscopio, opere di ingegno artigianale, in tutte le sfumature dell’azzurro. Ogni sala é una meraviglia, si comincia con le suggestioni etnografiche/esotiche/futuriste in omaggio a Fortunato Depero. E’ da set cinematografico “ Il Tè nel deserto” del maestro Bernardo Bertolucci il baule che custodisce un raffinatissimo set di porcellane e argenteria per apparecchiare un tè sotto una tenda berbera. E c’è il baule per la degustazione di un Sassicaia d’annata, a incastro anche il bauletto/contenitore con la sagoma della bottiglia di champagne per tenerlo in freddo.
Il savoir faire artigianale made in France parte da lontano con la storia Hermès che inizia a Parigi nel 1837, nel laboratorio di finimenti aperto da Thierry Hermès, una prodezza tecnica premiata nel corso dell’Esposizione universale dell'arte e dell'industria di Parigi, nel 1867. Sei generazioni di artigiani, la griffe ancora ben salda nelle mani della famiglia.
Effetto da wunderkamme come si varca la soglia della Pelota, sede dell’installazione molto scenografica curata da Charlotte Macaux Perelman, architetto e direttore artistico di Hermès home collections insieme a Alexis Fabry. Con Hermes si entra nell’”Anatomia dell’oggetto”, quasi una radiografia, per valorizzare la lavorazione sul tessuto, sulla pelle, sulle ceramiche disposte da sembrare un mantra. Sono bellissimi. Voglia di accarezzarli, non si può. Si sogna solo.
Si entra nel Forte Arte di Patrizia Gregolini: per la Grande Ouverture della sua Galleria nel medioevale Palazzo Bagatti Valsecchi si spazia dall’antichità al contemporaneo. Espone una coppia di preziosi busti in maiolica della manifattura Cantagalluna e una scultura di Didone ( come archetipo femminile) che indossa un foulard Hermes a mo’ di peplo. Mentre il tavolo Impero, scorrevole all’interno nasconde un portaghiaccio. Il talento di Patrizia sta anche nella accurata selezione di pezzi vintage iconici come il baule Louis Vuitton, anno di fabbricazione 1900, in cuoio nero realizzato per la Rolls Royce.
La sua creazione piu’ riuscita é lui stesso: Corrado, antiquario, ma i pezzi più preziosi li tiene per sè, dunque collezionista, anima del “Mercanteinfiera” di Parma, un autentico viaggio nel Tempo. All’anagrafe Corrado Pizzeghello, padovano, ma nel mondo del vintage/ griffato é conosciuto come Corrado Luxury tout court. E’ uno storyteller nel mettere insieme componenti d’arredo ed esperienze vintage.
E’ la sua prima volta alla Design Week e l’ha vissuta come una Prima Teatrale nella cornice di Forte Arte.
Negli ultimi anni Corrado si è concentrato solo sul mondo Hermes, ha raccolto pezzi unici in tutto il mondo, camice, foulard, cinture, blouson, giacche, coperte di lane. Tutto rielaborato nel suo allestimento di grande forza poetica/immerisiva. Il foulard La Torre di Babele, appeso alle pareti, diventa un tableau d’ispirazione biblica, quando l’uomo nel tentativo di costruire una torre fino al cielo volle avvicinarsi a Dio. Oggetti introvabili come i Twilly che diventano grazie a un colpo di estro un cachecol, un top, una gonna da orli asimmetrici. Pezzi d’arte da indossare.
“Che sofferenza vederli sfiorare, toccare da mani profane insensibili al messaggio di bellezza”, lamentano Corrado e Patrizia, mettendo il dito sulla piaga: il Fuorisalone diventa sempre piu’ una passerella di curiosi.
Non é facile selezionare un pubblico di connaisseur da quello dei distru/disturbatori, dei “cacciatori” di gadget e bollicine gratis. Il rischio é di far scivolare la Design Week in una Fiera della volgarità.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.