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Aperta la leggendaria Maison Gainsbourg: un tuffo nella Parigi degli anni ’70 e ‘80

La casa dove visse Serge Gainsbourg, lo chansonnier-icona di Francia famoso per la sua vita trasgressiva, è visitabile grazie all’iniziativa della figlia Charlotte

24 Agosto 2024

Durante la sua vita, il civico 5/bis di rue de Verneil a Saint Germain-de-Près era già una leggenda, un luogo di pellegrinaggio dei fan di Serge Gainsbourg che qui abitò dal 1969 fino alla notte del 2 marzo1991, quando morì in solitudine all’età di 62 anni, colpito dalla quinta e fatale crisi cardiaca. Dall’esterno non è cambiato nulla. Il muro di cinta è ancora ricoperto di graffiti, adesivi, versi di canzoni scritti con il pennarello. Una tipica espressione di street art urbana che omaggia il personaggio amatissimo e non convenzionale.

La porta dietro la quale si celava la vita del poliedrico artista è stata aperta dal 2023 ai visitatori grazie alla figlia Charlotte (anch’essa attrice e cantante) che ha voluto trasformare la casa in cui visse da bambina con il padre e la madre artista Jane Birkin (mancata nel luglio del 2023) in un museo, una novità assoluta nel panorama parigino. Infatti dalla sua inaugurazione è sempre esaurita. Bisogna prenotare la visita (solo online) con molte settimane d’anticipo per garantirsi l’accesso. Al momento tutti gli slot sono pieni fino a fine dicembre. Ma non ci sono file all’ingresso perché i visitatori possono essere in tutto sei e si entra due alla volta ogni dieci minuti. La visita si svolge con un’audioguida geolocalizzata e la voce narrante di Charlotte Gainsbourg che racconta momenti di vita quotidiana del padre e della famiglia. L'esperienza è coinvolgente anche per chi non è un conoscitore dell’artista. Importante: foto e video sono severamente vietati per preservare la segretezza dei locali.

L'appartamento è piccolo (120 metri quadrati), con pareti e soffitti rivestiti di nero, come aveva visto fare all’amico Salvador Dalì, perché secondo Gainsbourg il bianco si trova solo in ospedali e manicomi. Nero anche perché quando si trasferì nella nuova casa, Gainsbourg era in lutto per la fine della storia con Brigitte Bardot, sua amante, tornata a vivere con il marito miliardario Gunter Sachs. Una casa in cui tutto è rimasto com’era, fermo a 34 anni fa, con le cicche di sigarette ancora nel posacenere, le bottiglie di vino rosso mezze vuote, il pianoforte Steinway aperto, il divano con il segno del corpo di Gainsbourg nel lato in cui si sedeva. Il salone è stracolmo di memorabilia, la cucina piccola: spicca una scatola in latta di amaretti di Saronno e la porta del frigorifero insolitamente trasparente. Al piano superiore la camera da letto di Serge è in stile persiano: ci sono le mitiche scarpe bianche Zizi prodotte da Repetto che Gainsbourg portava senza calzini, oggi commercializzate nel bookshop del museo.

Il bagno con l’ingombrante lampadario di cristallo, sproporzionato per le dimensioni della stanza e i flaconi mezzi vuoti di profumo di Jane Birkin che Gainsbourg non volle mai togliere sperando in un ritorno a casa della compagna dopo la rottura della relazione. Il suo studio-ufficio, l'ex camera da letto di Jane Birkin dove è esposta una curiosa collezione di bambole antiche e orsacchiotti, l’armadio con poche camicie di jeans e giacche. Nella casa sono custoditi oltre 25 mila tra oggetti, mobili, fotografie, documenti, abiti, libri, foto, copertine di riviste incorniciate, dischi d'oro. Il pacchetto blu di sigarette Gitanes vuoto è ancora accanto al letto e tutti gli ambienti sono pervasi dalla magnetica presenza di Gainsbourg.

La scoperta della sua vita continua al civico 14 di rue de Verneuil, nel Museo Gainsbourg (cui si accede con lo stesso biglietto della Maison) che accoglie un archivio di oltre 3 mila manoscritti e una serie di interessanti video che ripercorrono la storia dell’artista dagli esordi (il nome vero era Lucien Ginsburg di origine russo-ebraica), le sue compagne di vita (Brigitte Bardot, Jane Birkin e l’ultima fidanzata, la modella eroinomane Bambou), i grandi successi.  La prima mostra temporanea ha omaggiato la storia del singolo di successo Je t'aime... moi non plus pubblicato nel 1969 che sollevò scandalo poiché imitava un rapporto sessuale di coppia. Bandito dalle radio più conservatrici sul brano scattò persino la scomunica del Vaticano. La versione originaria fu registrata con Brigitte Bardot prima che lei tornasse dal marito. Una marcia indietro che permise però a Gainsbourg di dare vita con Jane Birkin ad una coppia leggendaria. Immancabile il negozio di souvenir con oggetti, vinili, libri e t-shirt. E’ possibile anche fermarsi per una pausa gastronomica al Gainsbarre, il ristorante-piano bar ispirato alla Maison Gainsbourg, anch’esso tutto tappezzato di nero dall’atmosfera calda e intima. Il menu, semplice, ricorda la carta del servizio in camera degli hotel e delle sale da tè inglesi.   

www.maisongainsbourg.fr

 

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