23 Dicembre 2025
Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’assessora regionale alla cultura Cristina Manetti e il direttore del Museo de’ Medici Samuele Lastrucci
Diamante Fiorentino, il gioiello di inestimabile valore in possesso dell’Arciduca Carlo d’Austria compare, dopo accurate ricerche, nell’inventario di beni del testamento dell’Elettrice Palatina Anna Maria Luisa de Medici.
La storia del Diamante Fiorentino è profondamente intrecciata a quella della famiglia Medici. Fu acquistato nel 1601 da Ferdinando I de’ Medici e, fin dall’origine, la gemma entrò nella sfera della rappresentanza ufficiale, comparendo nei ritratti delle Granduchesse Cristina di Lorena e Maria Maddalena d’Austria. Il taglio del diamante fu completato sotto il granducato di Cosimo II, che ne concesse l’uso cerimoniale alla moglie. Il Diamante rientra nel Patto di famiglia di Anna Maria Luisa de’ Medici ed è elencato tra le gioie “unite allo Stato”, categoria che distingueva i beni di rappresentanza sovrana da quelli di uso personale. Dopo la morte dell’Elettrice Palatina, la pietra compare però fuori dalla Toscana come elemento del diadema imperiale di Maria Teresa d’Asburgo. Con la dissoluzione della monarchia asburgica, il Diamante Fiorentino scompare infine dalla documentazione pubblica europea, fino al suo recente ritrovamento. In occasione della esposizione per la prima volta un ritratto originale e inedito del Diamante fiorentino indossato da Maria Maddalena d’Austria, la Regione Toscana ed il suo presidente Eugenio Giani, aprono un dialogo con l’attuale detentore del gioiello, l’Arciduca Carlo d’Asburgo-Lorena, per il ritorno del gioiello a Firenze: il bene fu legato allo "Stato della Toscana". La Regione Toscana ha dunque avviato ufficialmente un’interlocuzione diretta con Carlo d’Asburgo-Lorena, per riportare il Diamante Fiorentino nella sua culla d'origine. L'iniziativa non nasce da una mera rivendicazione, ma da un solido lavoro di ricerca e digitalizzazione condotto dalla Regione in sinergia con il Museo de’ Medici e l’Archivio di Stato di Firenze. Lo studio sistematico di tutti i documenti di successione tra le dinastie Medici e Lorena ha riportato alla luce un dettaglio cruciale: nell’allegato al Patto di famiglia, datato 1740, Anna Maria Luisa de’ Medici volle esplicitamente che il gioiello restasse "unito allo Stato della Toscana". Il dialogo avviato con l'erede Carlo d’Asburgo-Lorena punta, nell'immediato, a organizzare una mostra evento che possa riportare il "Fiorentino" a casa. L'auspicio, sottolineato dal Presidente, è quello di trasformare questa apertura in una concessione permanente, onorando così le disposizioni dell'Elettrice Palatina. «Non è solo una questione morale, ma storica e documentata – ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani –. Nell’allegato del Patto di famiglia del 1740 il Diamante fiorentino è chiaramente indicato tra le gioie unite allo Stato, destinate a rimanere in quella Toscana che ha ancora la conformazione del granducato, a ornamento pubblico e a beneficio dei visitatori. È uno dei lasciti più alti di Anna Maria Luisa de’ Medici, che appartiene alla storia dell’umanità». A supporto di questa operazione culturale, è stato presentato un ritrovamento eccezionale: un ritratto originale e inedito della Granduchessa Maria Maddalena d’Austria, opera autografa di Orazio Fidani. Il dipinto, svelato dal direttore del Museo de’ Medici Samuele Lastrucci, offre un primo piano straordinario della Granduchessa che indossa il gioiello. Si tratta, ad oggi, della fonte iconografica pittorica più autorevole e dettagliata mai rinvenuta, che permette di ammirare la gemma con una precisione finora sconosciuta. «Questo dipinto – ha spiegato Lastrucci – rappresenta l’ultimo ritrovamento iconografico del Fiorentino e uno dei più accurati. È una prova ulteriore della centralità simbolica del gioiello come emblema del potere e della continuità dello Stato toscano». Acquistato grezzo nel 1601 da Ferdinando I e tagliato a Firenze sotto Cosimo II, il diamante scomparve dalla scena pubblica dopo la Seconda Guerra Mondiale, custodito dall'imperatrice Zita di Borbone-Parma. Oggi, grazie alla diplomazia culturale della Regione Toscana, e grazie al lavoro diplomatico che sta svolgendo l’esperto di case reali europee dottor Pier Felice degli Uberti, che sta mettendo in contatto l’Arciduca Carlo d’Austria con le autorità regionali toscane e statali italiane, le possibilità che il Diamante possa tornare a Firenze, anche in forma temporanea, sono più concrete.
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