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Natale e riscoperta del messaggio originario di Cristo

Gesù, il sorriso dello Spirito

Il Natale come rinascita interiore: Gesù Cristo tra Vangelo e spiritualità universale

24 Dicembre 2025

Gesù, il sorriso dello Spirito

Natale: il Gesù dimenticato dell’Occidente

Le parole di Shri Mataji Nirmala Devi che potrebbero ispirare i cristiani di oggi

Nel tempo del Natale, la figura di Gesù Cristo viene spesso ricondotta a una rappresentazione consolatoria, sentimentale, talvolta persino malinconica. Il Bambino nel presepe, il futuro Crocifisso sofferente, il Salvatore nel quale avere fede più che da ascoltare dentro se stessi. Eppure, esiste una versione di Gesù che scuote, interroga e illumina, restituendogli una dimensione viva, gioiosa e radicalmente trasformativa.

È la rivelazione proposta da Shri Mataji Nirmala Devi, fondatrice della meditazione Sahaja Yoga, che in numerosi discorsi rivolti ai propri discepoli in occasione del Natale,  tra i quali  quello pronunciato a Londra il 10 dicembre 1979, ha rivelato un’immagine di Gesù sorprendentemente lontana da certi stereotipi occidentali, ma profondamente aderente al cuore del Vangelo.

Gesù non come vittima, ma come Spirito realizzato

Una delle affermazioni più destabilizzanti, e al tempo stesso più evangeliche, di Shri Mataji riguarda il modo in cui l’Occidente ha costruito l’immagine di Cristo: «Non capisco perché lo rappresentiate come una creatura magra, miserabile e sofferente. Gesù non è mai stato miserabile. Dalla Sua infanzia alla Sua morte era gioia, era felicità.»

Qui non c’è negazione della Croce, ma il suo superamento spirituale. La Croce non è il centro, bensì il passaggio. Il messaggio di Cristo, ricorda Shri Mataji, non è la sofferenza, ma la resurrezione: «Il messaggio di Cristo è la Sua resurrezione: cioè che voi siete lo Spirito e non il vostro corpo

Una verità presente nei Vangeli, ma spesso rimossa dalla catechesi contemporanea, che insiste sulla colpa più che sulla trasformazione.

Il Cristo che nasce nello Spirito, non nel potere

Per Shri Mataji, la nascita di Gesù in una stalla non è un dettaglio folkloristico, ma una dichiarazione teologica potentissima: «Lo Spirito non ha nulla a che fare con il denaro o con il potere. È onnipotente, onnipervadente, eppure Egli nasce nella paglia secca, non in un palazzo.»

In questa prospettiva, Gesù Cristo non viene per fondare un’istituzione di potere, ma per smascherare l’illusione che Dio si manifesti attraverso il dominio, la ricchezza o l’autorità esteriore. È un messaggio che interpella direttamente il cristianesimo occidentale, spesso più attento alla struttura che all’esperienza interiore.

“Dovete rinascere”: una promessa ancora incompiuta

Uno dei punti più radicali , e più vicini al Vangelo di Giovanni , riguarda la celebre frase di Gesù a Nicodemo: “Se non rinascerete, non entrerete nel Regno dei Cieli”. Shri Mataji afferma senza ambiguità:«Cristo ha promesso che dovete rinascere. Non attraverso un rituale, non per appartenenza religiosa, ma perché Cristo deve nascere dentro di voi.»

Non è il battesimo formale, non è l’identità culturale a rendere cristiani, ma un’esperienza reale di trasformazione della coscienza. Un’affermazione che riporta il cristianesimo alle sue origini mistiche, prima che dogmatiche.

Il Natale come festa della gioia, non della tristezza sacralizzata

Forse la critica più incisiva riguarda il modo in cui i cristiani celebrano il Natale: «Una persona veramente religiosa trabocca di gioia. Non sa come nascondere la propria felicità. Eppure vedo persone così serie da sembrare a un funerale.»

Per Shri Mataji, il Natale dovrebbe essere la festa della gioia cosmica, perché celebra l’inizio della possibilità di illuminazione dell’essere umano. Cristo non viene a rendere l’uomo colpevole, ma libero. Non viene a renderlo triste, ma vivo.

Un dialogo necessario

Le parole di Shri Mataji Nirmala Devi non chiedono ai cristiani di rinnegare la propria fede, ma di riscoprirla. Di ritrovare quel Gesù che parlava di Spirito, di rinascita, di gioia, di libertà interiore. Un Gesù meno istituzionalizzato e più vivo. Meno idolatrato e più incarnato.

Forse, in questo Natale, il messaggio più autentico non è guardare un Bambino in una mangiatoia, ma chiedersi, con onestà, se quel Bambino sia davvero nato dentro di noi.

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