26 Dicembre 2025
Portato a viva forza da mio figlio adolescente già da anni fervente appassionato cultore del Risorgimento italiano di cui legge da D'Azeglio a Gioberti passando per Cavour e Mazzini e di cui suona gli inni e le canzoni al pianoforte (Mameli, Verdi, Dall'Ongaro, Mercatini, ecc.) sono entrato nel Memoriale Cavour di Santena senza grandi aspettative e invece mi sono commosso e deliziato nell'ammirare la splendida dimora in pieno stile sabaudo-piemontese: stanze piccole, stucchi e mobilio stupendo, paraventi e vasi cinesi, tavolini di Piffetti, letti e pendole in stile Impero e molto altro. Brava la guida e molto belli i video in costume proiettati sui muri e sui soffitti i quali permettono ai visitatori di rievocare e vivere nell'emozione la vita intensa, avventurosa e straordinaria del conte Camillo Benso, apprendendo anche informazioni che i libri di storia spesso omettono: la grande nobiltà millenaria della famiglia Benso, di origine germanica, la vita inquieta fra studi scientifici, agrari e preparazione politica, i contatti presi fra Londra e Parigi e un'attività politica di incredibile lucidità e metodica tenacia. In dieci anni Cavour trasforma un Regno arretrato e isolato, il Regno di Sardegna, in una potenza di respiro internazionale, stipulando trattati commerciali con tutto il mediterraneo fino all'Impero ottomano e all'Impero persiano, senza contare che importava in Piemonte il guano per sud-america per concimare meglio i terreni. Una visita che suggerisco a tutti, per riscoprire non solo i carismi di questa famiglia piemontese speciale (il nipote Gustavo caduto ventenne a Goito, la zia che viveva a Parigi, la parentela con i Lascaris, la nonna deliziosa) ma anche per prendere maggior coscienza del modo creativo e fortunoso in cui sorte in pochi anni quell'Italia unita che solo Cavour aveva chiara in mente. Il piano originale, di cui all'incontro segreto fra Napoleone III e Cavour, prevedeva solo l'appoggio di 200.000 soldati francesi per realizzare una confederazione italiana con ben 4 Regni: un regno del nord, uno del centro, il Lazio al Papa e il Regno del sud, che sarebbe rimasto invariato. Questo sarebbe bastato a Napoleone III: far arretrare l'Impero austroungarico verso est ed ottenere un fedele alleato nel nord Italia. Cavour seppe con grande coraggio e abilità non accontentarsi del potente appoggio francese (che bastava a vincere al nord) ma sfruttare anche in simultanea l'interesse britannico alla liquidazione del suo concorrente commerciale nel mediterraneo: il Regno delle due Sicilie. Analogamente dal punto di vista interno Cavour ebbe simile abilità pragmatica nel sintetizzare le molte anime delle correnti politiche piemontesi unendole nella nuova proiezione geopolitica sabauda. Si esce da questo Palazzo con maggiore consapevolezza, come dovrebbe sempre accadere nella migliore fruizione culturale-turistica. Una consapevolezza oggi molto attuale perchè dimostra come sia vitale possedere una visione strategica e geopolitica di sviluppo. Non è importante quanto sia ricca ed estesa una nazione ma se sia lucido, pragmatico e metodico lo scenario di azione politica. Quella visione lucida a lungo termine che Cavour possedeva e che ora l'Italia ha purtroppo quasi del tutto perso.
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