24 Luglio 2024
L’ingresso alla mostra ti lascia stordito per il suo tripudio di decori barocchi con le effigi delle muse che hanno ispirato i due stilisti, prime tra tutte la divina Sophia Loren, dipinta come una Madonna in chiave contemporanea. Una quadreria ricca dei momenti salienti relativi ai fantasmagorici abiti sui manichini che come stalattiti si ergono al centro della sala, moltiplicati dal gioco degli specchi. Già all’inizio del percorso intuisci la complessità di questa esposizione, in cui ogni sala è il monumento a un determinato contesto ispiratore dei due creativi, che fanno della loro italianità uno stemma per la propria casata, restituendo un omaggio al nostro Paese come nessun altro stilista ha pensato di rendere così esplicito, coinvolgente, immediato. In questa mostra spiccano i motivi ispiratori di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che elevano la storia, l’artigianato, l’arte, la musica, ma anche la tecnologia, che hanno reso nel corso dei secoli l’Italia un cimelio riconosciuto globalmente. Ecco allora l’Arte del nostro Paese, con abiti che riproducono i dipinti del nostro Rinascimento, mirabilmente intarsiati di broccati preziosi, ricami dal valore inestimabile, di pellicce variopinte e tridimensionali, di frammenti di cristalli la cui provenienza muranese è amplificata da magnifici lampadari e da suoni vibranti, dalla cinematografia, che ai tempi di Luchino Visconti con il suo Gattopardo ha fatto la storia del Cinema, alle musiche del maestro premio Oscar Ennio Morricone, alle dorature ecclesiastiche barocche, alle lavorazioni dell’amata Sicilia, per concludere con l’ultima sala interamente bianca, una sorta di connessione tra terreno e divino in cui le decorazioni stampate in 3D ricordano i primati italiani nei secoli in campo tecnologico.
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