02 Novembre 2020
Fila al supermercato (fonte foto Lapresse)
"Con la paura del lockdown sono iniziate le prime file davanti a supermercati, negozi e mercati". A rivelarlo è l'azienda Coldiretti, che sta monitorando la situazione sugli acquisti nei mercati di Campagna Amica. "Si stima un aumento della clientela in media del 20% per fare scorte di prodotti alimentari lungo la Penisola, rispetto alla scorsa settimana" continua la Coldiretti. Torneranno quindi ancora le famose code davanti ai supermercati, che abbiamo visto durante il primo lockdown nei mesi di marzo e aprile?
La risposta potrebbe essere proprio di sì: l'associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana infatti parla già di un grande incremento di clientela rispetto alla settimana scorsa. "Ad essere maggiormente richiesti sono prodotti di base della dieta alimentare come frutta e verdura, ma anche pasta, riso, uova, farina, zucchero, salumi, formaggi e vino da mettere in dispensa per fare scorte" prosegue il comunicato della Coldiretti.
Ma, rassicura l'azienda, "l'approvvigionamento alimentare è assicurato in Italia grazie al lavoro di 740mila aziende agricole e stalle, 70mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione con 230mila punti vendita tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica".
"Sono oltre tre milioni gli italiani che continuano a lavorare nella filiera alimentare, dalle campagne alle industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione" precisa Coldiretti, che invita gli italiani non solo a non correre al supermercato e creare "inutili file che favoriscono gli assembramenti ed aumentano il rischio di contagio da Coronavirus", ma anche che "mettono inutilmente sotto stress il sistema dei rifornimenti e i lavoratori coinvolti".
L'invito finale ai consumatori è poi quello di preferire i prodotti Made in Italy, "duramente colpiti dalla chiusura anticipata alle 18 della ristorazione che ha un effetto negativo a cascata sull'agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento" conclude l'azienda Coldiretti.
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