08 Ottobre 2020
A novant’anni suonati, un vecchio leone come Bernardo Caprotti teorizzava in pubblico la necessità di trasferire immantinenti l’aeroporto di Malpensa a Montichiari: e tale era il mito che lo circondava e l’interesse che suscitava la sua potenza economica, che nessuno osava chiedergli se per caso, prima di dire una simile baggianata, avesse assunto sostanze allucinogene (“scusa, ma che ti sei fumato?”).
Potere del denaro e dell’età. Più precisamente: del denaro incrociato all’età, e a quella cosa che più fa rima con età: l’eredità.
Assai più giovane, ha solo 85 anni e mezzo, non scherza però nemmeno un altro mito del claudicante (e stavolta non per età) capitalismo italiano: Leonardo Del Vecchio. Il quale si comporta come Moana Pozzi teorizzava che fosse corretto fare: “Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo ma anche come se tu fossi immortale”. E dunque sta crescendo nel capitale di Mediobanca, dove ha superato il 10%, essendo già forte in quello della principale partecipata di Mediobanca, cioè le Assicurazioni Generali, mandando al mercato messaggi indecifrabili, roba che i vaticini dell’Oracolo di Delfi al confronto sembrano chiari come il sole: "L'investimento di Delfin in Mediobanca – ha formalmente comunicato ai mercati ieri la sua holding, appunto la Delfin - ha carattere finanziario e di lungo termine, con la volontà di garantire stabilità e sostenere la crescita dell'emittente e non intende acquisire il controllo su Mediobanca o, comunque, esercitare un'influenza dominante sulla gestione" dell'istituto.
Bene. Poi sulle Generali, in un’intervista al Messaggero, ha precisato un concetto importante: "La più grande partecipazione di Mediobanca sono le Assicurazioni Generali. Una società a cui sono molto legato e che mi piacerebbe tornasse ad essere più centrale nello scacchiere mondiale. Ovviamente non è compito mio dire come, mi auguro che il management di Mediobanca e quello di Generali sappiano come fare".
Ecco: e cosa fa Del Vecchio per far stare tranquilli questi manager che devono “saper come fare”? Gli mette una pistola carica sulla scrivania e non gli dice se premerà il grilletto oppure no. Perfetto. Sai come stanno tranquilli, adesso. Complimenti per la coerenza.
Ma d’altronde: Del Vecchio ha tanti soldi (perché il 10% di Mediobanca gli è costato 600 milioni, grazie anche al valore generato nella società dall’attuale management) e li spende come vuole. Ma tornando all’indelicato tema dell’eredità, è chiaro che per “garantire la stabilità” qualcuno, bisogna averne. Perciò sarebbe interessante sapere anche dagli eredi di Del Vecchio, che verosilmente tra cent’anni dovranno pur cominciare a dire la loro, come la pensano sul termine medio-lungo nel quale si faranno questi giochi.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia