29 Giugno 2020
"Nessuno insulta Erode, eppure noi siamo tanto abituati ad insultare i responsabili" della cosa pubblica. Così papa francesco nell'omelia per la festa dei Santi Pietro e Paolo, ricordando che persino ai tempi di Erode la Chiesa non insultava i governanti, ma pregava per loro. Il Pontefice si è soffermato sulla situazione della Chiesa nei primi tempi: perseguitata dalle autorità ebraiche, oppressa dall'arresto di San Pietro. La lamentela "è la seconda porta chiusa allo Spirito Santo. La prima è il narcisismo, la seconda lo scoraggiamento che induce alla lamentela, la terza il pessimismo che induce al buio, all'oscuro" ha continuato il Papa.
"Non dirò qui gli aggettivi" solitamente riservati ai governanti, "li giudichi Dio - ha commentato Bergoglio - ma noi preghiamo per loro. Hanno bisogno delle nostre preghiere".
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